(Psico)Riflessioni su Erodoto, un’ombra, un marito lontano
Si sa, anche gli psicologi scambiano quattro chiacchiere ogni tanto. Proprio oggi, uno scambio con una collega, mi ha dato l’idea di scrivere alcuni post che suscitino riflessioni psicologiche a partire dall’arte.
Perché mettere in relazione arte e psicologia?
- Perché la psicologia è un lavoro art-igianale
- Perché in ognuno di noi vi è un’art-ista
- Perché arte e psicologia condividono la prerogativa di rappresentare contemporaneamente concretezza e astrazione
In questa “Prima Puntata” mi piacerebbe portare l’attenzione su una storia narrata da Erodoto.
Egli raccontò che nell’antichità il disegno nacque come ricalco di un ombra.
Una donna, per mantenere un segno del suo uomo in partenza, ripassò sulla roccia i contorni della sua ombra. La traccia grafica ebbe, quindi, la finalità di fissare l’aspetto e le fattezze del suo uomo.
La donna, attraverso un lavoro artigianale, seppe sfruttare la sua parte artistica e trattenere, con un segno concreto, il suo uomo. Il segno, concreto, rappresentava in modo astratto l’uomo.
A guardare bene, il livello di astrazione era piuttosto elevato. La storia racconta che la donna operò il ricalco di una proiezione del suo uomo. Il ricalco, dell’ombra (la proiezione), dell’uomo.
Il segno tracciato, sebbene concreto, si allontana enormemente dalla realtà dell’uomo, eppure ne dà una rappresentazione e riveste un significato speciale per lei, che lo ha tracciato e per lui, che ne ha fatto da modello.
Di quì la riflessione psicologica:
Cosa potrebbe significare, per voi, lasciare traccia di sé?
Come potreste lasciare una traccia concreta di voi stessi?
Quale grado di astrazione siete disposti ad accettare?
Dott.ssa Francesca Fontanella
fontanella.francesca@gmail.com