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Parole magiche per piacerti

Parole magiche per piacerti

Parole magiche per piacerti? In questo articolo breve, formato tascabile, ti racconto un metodo molto utile per avere un rapporto più armonioso con te, piacendoti.  Il metodo si poggia sull’utilizzo delle parole.

Se gli impressionisti fossero stati dentisti

Woody Allen, in Se gli impressionisti fossero stati dentisti, immagina che Van Gogh sia un dentista impressionista e si diverte a riscrivere la corrispondenza tra lui e il fratello sostituendo i denti a tutto ciò che, invece, riguarda i quadri. Il risultato è un testo comico, con aspetti grotteschi e assurdi.

Questo tipo di riscritture spostano la storia su un oggetto diverso da quello originale e si divertono a trasformare in modo irriverente racconti noti. Un poeta del 1600, Tassoni, aveva immaginato una Guerra di Troia in cui il motivo scatenante è il rapimento di una secchia, per esempio. Si può giocare con queste trasposizioni in ogni favola, leggenda o fatto che tu conosca.

Parole, parole, parole

Le parole hanno significati articolati e, quando ne pronunci o scrivi una, stai sicura/o che la tua mente ne ha elaborato il significato attraverso una rete semantica. Questo significa che la parola “matita” potrà attivare il tuo cervello a ricordare la forma della matita, il suo utilizzo, le varianti di matita che conosci. Naturalmente tutto questo avviene se le vie di elaborazione neurale sono integre. 

Sebbene in modo latente, si possono attivare anche i ricordi dei luoghi in cui si conservano le matite (astucci, per esempio), la cartoleria, il banco di scuola e l’insegnante di artistica o di tecnica; le squadrette, la riga (quel righello lungo che ai miei tempi spuntava dallo zaino con il terrore di spezzarlo), lo zaino stesso e un sacco di altri oggetti correlati.

Non solo oggetti tangibili

Gli oggetti che la mente collega a una parola non sono solo tangibili, ma anche di tipo emotivo e sensoriale. La matita può essere associata a ricordi piacevoli o spiacevoli e, di conseguenza, attivare emozioni piacevoli o spiacevoli.

Potresti provare ansia se hai sempre avuto difficoltà a maneggiarla, nostalgia di utilizzi passati, rabbia o tristezza se hai dovuto abbandonarla e rinunciare, per esempio, a disegnare. E così via.

Quando parli di te che parole usi?

Ora che la premessa è chiara, ti faccio la domanda che potrebbe, da sola, chiarirti il senso intero di questo articolo:

Quando parli di te che parole usi?

Ogni parola genera una reazione

Anche le parole che usi per raccontare di te generano una rete semantica e ogni rete semantica attiva il collegamento con oggetti, ricordi, emozioni, sensazioni. Ne consegue che le parole che usi quando parli di te possono attivare connessioni positive o negative.

So che sai dove sto andando a parare! Più utilizzi parole sgradevoli, dure, critiche, aspre, aride, prive di sfaccettature, meno ti piacerai.

Cambia parole

Gioca a cambiare le parole! Puoi fare delle sostituzioni oppure creare espressoni più lunghe e descrittive. 

Una frase che sento dire spesso è: “Sono una stupida!” Che ne dici di modificare quello “stupida” con qualcosa di più significativo e utile?

  • Sono stata ingenua
  • Ho sbagliato a salutare
  • Avrei potuto pensarci di più
  • Non mi è piaciuta l’aggressività che ho usato in quel momento
Ciascuna di queste varianti ti pemette di darti informazioni molto più utili di un insulto e, quindi, di rispettarti anche se hai fatto qualcosa che non rifaresti. Ciascuna di esse attiva reti semantiche diverse e apre al cambiamento.

E diventano parole magiche

Infatti, se la parola “stupida” può attivare solo un senso di mortificazione, vergogna, rabbia verso di sé e svalutazione, altri tipi di parole potenziano cambiamenti e soluzioni.

Puoi notare che ognuno degli esempi di riformulazione proposti sopra guida verso riflessioni diverse. Se hai sbagliato a valutare, puoi cercare di identificare cosa ti abbia indotto a valutare in modo scorretto; se sai che avresti potuto pensarci di più, hai già una soluzione per altre situazioni future.

L’ingenuità è diversa dall’aggressività e la scelta della parola ti aiuterà a conoscere meglio il tuo punto debole e come trasformarlo o valorizzarlo (NdA: anche i cosiddetti punti deboli hanno il loro perchè!).

Nuove parole e ti piaci di più!

Vedrai in brevissimo tempo il cambiamento! Usando parole per parlare di te, ti piacerai di più.

Vai, inizia ora! 🙂

Francesca

Ps Se cerchi qualche altra idea e metodo…

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