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Secondo me hai paura di riuscire!

Secondo me hai paura di riuscire!

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“Mah, secondo me hai paura di riuscire!” Non si toglieva di dosso quel brivido accartocciante arrivato con la frase di Marisa. Erano passati cinque giorni e ancora lo sentiva. Mentre infilava la t-shirt per la passeggiata mattutina, Clara si chiedeva se fosse mai riuscita in qualcosa…

Per lo più sentiva di aver fallito

Quando pensa alla sua vita, Clara pensa che i fallimenti sono stati tanti. Per lei fallire e sbagliare sono la stessa cosa e questo fa crescere in modo esponenziale la quantità di fallimenti percepita. Per dire, se sbaglia a scegliere un ristorante, a Clara pare un fallimento. Come se tutto ciò che fa, decide, cerca, ottiene, debba corrispondere a un criterio: riuscire.

Riuscire a scegliere bene un ristorante, ad avere una relazione, a superare, guadagnare, imparare, a vivere, anche.

Si sforza di riuscire senza riuscire

Il paradosso, si dice Clara, sta nel fatto che tutta questa tensione a riuscire non le dà risultati. A oggi ha un’attività di designer in libera professione che non decolla e un impiego part time in cui si occupa di amministrazione anche se vorrebbe seguire i contenuti social.

Anche le sue relazioni non funzionano, anzi, non iniziano proprio! E da diverso tempo vuole migliorare la sua alimentazione perché ha la glicemia alta, eppure non… riesce!

“Insomma, come è possibile? Mi sforzo tanto!” sbotta Clara. Ha ragione: si sforza di riuscire in tante piccole cose perché non vuole sbagliare e fallire, ma poi non riesce nelle cose importanti per lei.

Ieri ne parlava con Marisa

Ieri  era con  Marisa al Mokekaffé, il localino nuovo all’angolo con i giardini, e mentre guardava i passanti aveva avuto il coraggio di parlarle della sua delusione per una vita da fallita, in cui sentiva che ogni sforzo era vano. 

Marisa è una che ascolta e anche ieri ha ascoltato, sorseggiando il suo shakerato grande con cacao. Poi, tutto a un tratto, se ne è uscita con quella frase da brivido: “Mah, secondo me hai paura di riuscire!”

In che senso "paura di riuscire"?...

…aveva chiesto Clara mentre sentiva le spalle irrigidirsi. Marisa aveva buttato lì un ricordo dei tempi della scuola, quando Clara cercava di mimetizzare i bei voti e i successi, parlandone pochissimo. Persino quella volta del concorso di scrittura scolastico, non aveva detto a nessuno che la prof. di lettere aveva scelto lei come rappresentante al concorso per il loro istituto. 

Clara non capiva il nesso e Marisa continuò: “Al tempo non ci facevo caso, ma poi ho notato che per te è sempre così. Ho notato che non parli dei tuoi successi, ma solo dei fallimenti. Sembra quasi che tu debba rassicurare il mondo che stai continuando a fallire e quando riesci, bè, meglio non sbandierarlo!”

Clara era stupefatta. Marisa, in poche parole, aveva descritto qualcosa che la toccava intimamente, vi si riconosceva. 

Poi, Marisa ha aggiunto...

… “Per chi fallisci, Clara?”

Booom! Marisa aveva sganciato la bomba! Clara ricordò il viso di sua madre tutte le volte che otteneva un risultato: un sorriso senza sorriso, dai cui occhi trapelava una luce scura che non sapeva definire. Brava, Clara; ottimo, Clara; stai molto bene con questo abito, Clara! Frasi pronunciate con quel sorriso senza sorriso, ambigue per il contrasto.

E ricordò quella volta in cui la scorse osservarla con uno sguardo ghiacciato mentre indossava quella giacchetta che a mamma non stava più. Glielo aveva suggerito lei di provarla, ma appena papà ha commentato che le stava benissimo…zac! Ecco il sorriso non sorriso, la luce scura nello sguardo, il ghiaccio che vibrava nella stanza.

 

Mah, secondo me hai paura di riuscire!

Clara si chiede se sia così: ha paura di riuscire perché quando qualcosa le riesce, ha un successo, arrivano sorrisononsorrisolucescuraghiaccioSi impedisce di riuscire per evitarsi tutto quello? Si limita nei successi per non perdere l’amore di sua madre?

Ripensa a tutte le volte in cui non ha raccontato un risultato positivo per lei o lo ha sminuito; alle innumerevoli occasioni in cui ha ostentato errori e fallimenti. Le riparte quel brivido che accartoccia e che la lascia senza fiato. Sente che non è vero che non riesce, ma che mentre finge di sforzarsi di riuscire, si sta invece sforzando di fallire.

Marisa le ha detto, ieri, che potrebbe iniziare chiedendo alla capa in azienda di cambiare mansioni e occuparsi dei social e del marketing. Da designer potrebbe avere anche un occhio particolare per foto e grafiche, inoltre, le piacerebbe un sacco!

Oggi in ufficio lo chiederà. Ci riuscirà e, poi, lo racconterà.

Liberare Clara dal sortilegio

Marisa e Clara hanno colto il sortilegio: Clara non può riuscire. Tecnicamente, nella storia di Clara c’è una figura di riferimento (la madre) che desidera lei non riesca e non abbia successo. Forse nei primi anni di Clara la madre ha più volte rimarcato gli insuccessi e gli errori della figlia, svalutandola in modo più o meno esplicito e facendo pensare alla figlia che non riesce nelle cose che fa. 

A quel punto Clara si è trovata a sforzarsi per riuscire, magari anche nel tentativo di piacere alla madre. Tuttavia, i suoi risultati positivi davano origine a reazioni ambigue e inquietanti. Così Clara ha imparato a non gioirne e ha iniziato a sforzarsi per riuscire nelle cose piccole, ma a non investire in successi che avrebbero potuto scatenare la reazione gelida della madre

Nel raccontare se stessa, ha imparato a privilegiare una narrazione di fallimenti, meno minacciosa della narrazione di successi. Come liberarsi dal sortilegio?

 

Posso riuscire...

Per Clara potrebbe volerci un po’… Ha bisogno di sentire fiducia di poter riuscire senza che questo rovini le relazioni. Per qualche motivo la madre (ma poteva essere qualsiasi altra figura di riferimento) aveva bisogno che la figlia non avesse successo e questo ha a che fare la con la storia della madre e con le sue fragilità, non con Clara. Clara ne ha fatte le spese, ma ora può iniziare a sperimentare la possibilità di riuscire senza esserne gelata. Clara inizierà con il dirsi che può riuscire.

Inoltre, i primi passi saranno:

  • Parlare un po’ meno di errori e fallimenti;
  • Scegliere, per descrivere se stessa e ciò che fa, parole morbide e valorizzanti (Juicy words);
  • Raccontare successi passati;
  • Raccontare risultati attuali.

Passo dopo passo Clara acquisirà fiducia di saper e poter riuscire. Imparerà a gioire dei suoi successi. Scoprirà che qualche volta le persone non amano i successi altrui, ma altre volte, invece, sapranno gioirne con lei. Indipendentemente dalle reazioni altrui, sarà consapevole dei suoi risultati e avrà una visione positiva, equilibrata e armoniosa di sé.

Succede anche a te di pensare che non riesci e fallisci?

Scrivimi senza impegno e troviamo il bandolo della matassa!

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