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Elisabetta ha un vizio molto scomodo

Elisabetta ha un vizio molto scomodo

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Chi è Elisabetta? Una che ha un vizio-viziaccio: dice sempre Sì.  Pensa che ieri si è tenuta in bocca, credo per trenta minuti, una caramella alla cannella offertale dal segretario del suo commercialista. Fino a quando ha deciso di inghiottirla tutto d’un botto perché le stava salendo la nausea (non le piace la cannella, per chi non sapesse). Meglio in pancia, dove le papille gustative perdono potere, si è detta.

Poco dopo, la beffa...

Il segretario alza la cornetta per una chiamata interna e pare sia il suo capo: “Ah… Però c’è la signora Tedè qui all’ingresso, aveva appuntamento alle 10:00…”, “Ok… sì, ho capito… va bene! Ora chiedo!” Appoggia la cornetta e poi il segretario si rivolge a Elisabetta: “Il dott. Zampirone dice che ha un imprevisto, una riunione con la sua socia. Chiede se è possibile per lei tornare domani, verso le 12:00.” Elisabetta sente salire un groppone dallo stomaco e vorrebbe dire che no, non puo’ domani a mezzogiorno, che è lì ad aspettare da più di mezz’ora e che questo appuntamento lo attende da venti giorni, che ha bisogno di quella informazione e che vuole essere ricevuta ora. Invece suda, deglutisce, il respiro rallenta e le viene la nausea, mentre si sente dire: “Cavolo, che peccato… Sì, va bene, vengo domani!” Che vizio questo dire di sì! Uscendo dallo studio sente il segretario:” Tutto a posto, torna domani!”

 

Avviandosi al parcheggio...

… Elisabetta tira fuori dalla borsa il cellulare. Non sa perché lo faccia, ma controlla spesso se ci sono messaggi o telefonate. Ci sono, sempre. Marina, Elio, persino la signora del tabacchino (ma che accidenti aveva quando ha pensato di lasciarle il numero? Ah, sì, la aveva vista triste quella volta del maltempo…). Li leggo o non li leggo? Si chiede Elisabetta. Sì, li leggo. Dice sempre sì, Elisabetta, anche quando nessuno la può ascoltare. Marina chiede un consiglio su una questione trita e ritrita, Elio cerca la ricetta di quel soufflè del Capodanno di due anni fa e la signora del tabacchino scrive un enigmatico: “Brutta giornata, oggi…”. C’è il sole, quindi allude a una brutta giornata sua. Elisabetta vorrebbe rimettere il cellulare in borsa, mandare dopo a Elio una foto della ricetta che ha appuntato da qualche parte, dire a Marina che di quella questione hanno già parlato più volte e non capisce bene di cosa abbia bisogno. Alla signora del tabacchino vorrebbe non rispondere proprio o, al più, un “Mi dispiace. Quando ho una brutta giornata mi aiuta la musica. Un abbraccio.” E che caspita! Cosa crede? di avere solo lei le brutte giornate? Invece…

 

Invece suda, deglutisce...

… il respiro rallenta e, nell’ordine, scrive la ricetta per intero a Elio (Elisabetta si ricorda bene un sacco di cose), scrive alla signora del tabacchino che passa da lei tra dieci minuti e, poi, chiama Marina. Con la quale starà al telefono quarantacinque minuti, trentacinque dei quali fuori dal tabacchino mentre la signora all’interno le lancia occhiate accusatorie. Quando finisce la telefonata, la signora del tabacchino sta chiudendo per il pranzo, fuori la aspetta il compagno con il quale va a pranzo. Saluta Elisabetta tutta allegra, dicendole che sarà per un’altra volta. Elisabetta risponde: “Sì, ok!”, ma non fa in tempo a sudare, le esce in automatico.

Riguarda il cellulare...

… “Vai tu a fare la spesa? Stasera voglio rilassarmi”, dice il messaggio di Dennis. Coabita con lei da tre anni. Lo ha ospitato una sera in cui lui era giù e da quel momento Elisabetta ha iniziato una cordata di sì (che vizio!) che ha portato il coinquilino in pianta stabile. A volte Dennis porta anche i suoi amici a cena e alcuni dormono lì. Elisabetta ha del lavoro da fare, è già parecchio in ritardo per via della telefonata con Marina e stasera alle 19:00 ha una riunione online. Come fa a fare la spesa? O ci va subito o dopo la riunione sarà chiuso. Vorrebbe rispondere a Dennis che non può, che ci vada lui per una volta o che ci andrà domani e stasera ordinano la cena da asporto così si rilassa anche lei. Invece suda, deglutisce, ecc. ecc. e risponde:” Sì, vado subito allora perché dopo ho da fare!” Una parte di lei spera che Dennis colga il messaggio subliminale “sono incasinata”, ma non succede: “Thx, sei un angelo!”

Nel rientrare a casa...

… Elisabetta pensa ai suoi sì. Poco prima ha lasciato il parcheggio a quell’uomo incravattato che era arrivato dopo di lei e che sembrava aspettarsi di essere assecondato e ha comprato una confezione di birra menta e rosmarino e un pacco di grissini al curry e banana proposti da due persone ammiccanti addette ai rispettivi stand promozionali. Poi ha fatto passare una donna che si diceva di fretta e che poco dopo ha trovato in chiacchiere in cima alle scale mobili. E, aspetta, che altro? Ha promesso a Terry di prendere il regalo di compleanno di zia e ha detto sì alla collega che le ha chiesto una videochiamata veloce domani a mezzogiorno e mezzo. 

Dovrà sbrigarsi con il commercialista ...

… perché la collega dopo la mezza proprio non può. Già, gli altri non possono mai… Le sale il solito groppo dallo stomaco e si siede sul divano: si sente tesa e arresa. Suona il telefono. Lo lascia suonare. Poi le viene l’ansia: e se hanno bisogno? Sbircia: numero sconosciuto. E se fosse importante? Risponde, call center promozionale. Chissà a cosa si sentirà costretta a dire sì. 

Elisabetta non si fa rispettare

Elisabetta non riesce a farsi rispettare e non rispetta se stessa chiedendosi di esserci sempre per ogni richiesta. Sarà interessante conoscere le ragioni dei suoi “Sì”: li dice per essere accettata? Teme di essere rifiutata? Non vuole ferire oppure vuole rendere felici le persone? Forse ha imparato che le spetta solo accudire? Che non può accettare l’aiuto e può solo darlo?

Anche se queste domande sembrano simili tra loro nascondono mondi e storie diverse che portano a soluzioni diverse. Elisabetta potrà chiedere un aiuto psicologico quando si accorgerà dei danni che il suo comportamento fa a lei. Potrà arrivare a sentirsi stanca e scarica, con sintomi depressivi o attacchi d’ansia e chiedere aiuto principalmente per questi. Solo parlando scoprirà di aver costruito una trappola attraverso la sua iper-disponibilità.

Un’altra possibile spinta a chiedere aiuto potrebbe arrivare da una delusione relazionale nel lavoro, nell’amicizia, nell’amore. La delusione forse sarà nutrita e accompagnata dal senso di ingiustizia: potrà sentirsi abbattuta o provare rabbia, farsi domande come se l’accaduto fosse colpa sua…

Valori, rispetto, bisogni

Elisabetta potrà esplorare i valori e i bisogni che la portano a dedicarsi in modo incondizionato alle richieste altrui, a riconnettersi ai suoi bisogni, a ciò che vuole e può fare. Potrà imparare che può dire no senza che caschi il mondo, le servirà ricordare che il rispetto verso di sé è essenziale perché gli altri possano rispettarla. Inoltre, potrà piano piano notare che più si mostra imbattibile, presente e capace di soddisfare gli altri, più ci si aspetterà che lei lo faccia sempre, stile super eroina. Le servirà scendere a patti con la sua vulnerabilità. Con la sua umanità.

Ti senti un po’ Elisabetta?

Puoi cambiare le cose prima di arrivare allo stremo! Scrivimi senza impegno per saperne di più! 

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