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Questo post nasce dopo aver visto un’immagine sulla pagina di un collega, il dott. Mauro Provenzani.

Ecco l’immagine:

foto occhiali

Essa mostra un fenomeno molto comune: cerchiamo soluzioni dimenticando di avere risorse che possono offrire soluzioni più efficaci, comode e durature.

La persona ritratta nella foto, per proteggere gli occhi dalla luce del sole, alza la mano e la appoggia sulla fronte, con il tipico gesto che, probabilmente, in molti avete fatto. Il punto è che la stessa persona porta un cappellino con il frontino (molto utile per proteggere dal sole), ma lo tiene rivolto indietro e indossa, agganciati alla maglietta, un paio di occhiali da sole.

La persona ‘dimentica‘ di avere altri strumenti utili perché si è abituato alla posizione in cui si trovano e, di fatto, non li sente e non li nota.

Per capire questo punto, provate a portare l’attenzione al vostro corpo, ora. Prima che cominciaste a farlo, sentivate il tessuto dei vostri abiti sulla pelle? E il contatto dell’orologio sul polso? E degli occhiali sul naso (se li portate)?

O, ancora, vi è capitato di non trovare gli occhiali da sole e averli sulla testa? Di avere in mano quella cosa che stavate cercando?

Questo meccanismo ha a che fare con l’abituazione ad uno stimolo: dopo un po’, lo stimolo non si sente perché i recettori si sono abituati alla sua presenza e non la evidenziano più. Si tratta di un meccanismo economico per l’organismo e, in linea generale, funzionale.

Il rovescio della medaglia è che, non percependo la presenza del cappellino all’indietro e degli occhiali agganciati alla maglietta, la persona della fotografia sceglie di proteggersi con le mani: il metodo è efficace ma più scomodo.

Questo fenomeno accade anche per le proprie risorse, abilità, punti di forza…

Non li percepiamo perchè abituati, ormai da troppo tempo, a sentirli.

Quando si verifica una situazione che crea difficoltà, ansia, angoscia, nelle scelte di vita, nelle relazioni… le persone mettono in atto strategie sul momento abbastanza efficaci.

Possono dimenticare, tuttavia, di avere strumenti molto più efficaci da mettere in gioco.

In queste occasioni, dopo poco, il primo metodo utilizzato diventa meno utile o scomodo e si ricercano soluzioni alternative – talora con affanno – non notando di averle a portata di mano, grazie alle proprie esperienze e alle caratteristiche che già si possiedono.

Ecco perché lo psicologo non offre soluzioni preconfezionate e non dà consigli!

Sarebbe un po’ come porgere un altro paio di occhiali da sole quando la persona ha i suoi attaccati alla maglietta.

L’obiettivo della psicologia è insegnare a vederli, gli occhiali attaccati alla maglietta (o il berrettino rovesciato) e a scegliere di usarli se lo si ritiene utile e importante per sé.

Porgere semplicemente l’occhiale da sole nuovo significa sostituirsi alla persona e impedirle di scoprire di potercela fare. Imparare a notare gli strumenti che si hanno già e ad usarli richiede un po’ di attenzione, concentrazione, un ruolo attivo e, nel medio termine, regala autonomia e conoscenza di sé.

La psicologia si distingue in questo da altre discipline che, negli ultimi anni, la stanno “imitando”: non porge la soluzione, ma aiuta a scoprire il proprio modo per trovarla, ora e in altre occasioni di vita. Offre un modus vivendi, una forma mentis e rispetta la tua unicità.

Dott.ssa Francesca Fontanella

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