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Questa domanda è una di quelle che pongo alle persone che si rivolgono a me al nostro primo incontro: come capiresti che ne è valsa le pena?

La ragione di questa domanda è che le aspettative che la persona ha rispetto al percorso da fare insieme e al risultato desiderato sono ciò che guida il mio lavoro.

Ogni persona ha una rappresentazione unica di ciò che potrebbe essere il suo benessere psicofisico ed è rispettandola che si può, davvero, raggiungere il risultato.

Amo descrivere il lavoro dello psicologo come un lavoro artigianale.

La mia visione professionale ossia, come lavorowoman-1455991_960_720

Lo psicologo è un artigiano di bottega che ascolta la richiesta della persona e sceglie quali strumenti usare per aiutarla a trovare soluzioni. Ogni strumento viene proposto al cliente che assume un ruolo attivo nella costruzione e nella creazione della soluzione. Ogni lavoro è un pezzo unico, perchè unica è la storia personale e unico è l’incontro tra cliente e psicologo.

Potrebbe non sembrare un’osservazione penetrante eppure…ogni lavoro è unico, ogni situazione è unica e nessun percorso somiglia a quello di altri.

Numero di incontri

Accade che le persone mi chiedano se sia possibile quantificare il numero di incontri che serviranno. Non è possibile quantificare, per la ragione appena descritta: il percorso è unico, la richiesta e i risultati attesi sono unici.

Qualcuno raggiunge il risultato atteso in uno o due incontri, qualcun’altro preferisce un accompagamento più lungo, di 5, 10, 20 incontri. Non c’è un limite di tempo.

La durata di un colloquio

È molto importante, per me, dedicare tutto il tempo necessario alla persona. Per questo ogni colloquio dura almeno 60 minuti e può accadere di sforare (nei limiti degli appuntamenti successivi, naturalmente).

Un artigiano non è mai schiavo del tempo perché il suo lavoro, nel tempo, deve durare. (Cit.)

Al termine di ogni percorso, la persona ha in mano strumenti per la gestione di altre questioni di vita, è autonoma.

Tuttavia, come disse Liotti, sebbene il percorso sia terminato, la relazione resta. E, con essa, resta la mia disponibilità a nuovi incontri, anche a distanza di tempo, nel caso si sentisse il desiderio di avere strumenti nuovi o di essere accompagnati in altri momenti di vita.

Appunti

Ad ogni incontro, la persona ha a disposizione i miei appunti, che può portare a casa con sé. Questo permette di leggersi e riconoscere (o non riconoscere) quanto espresso durante il colloquio, consente di facilitare la riflessione autonoma e di vedere la propria narrazione e le sue evoluzioni.

Il primo colloquio

Sulla base della risposta alla domanda ‘come capiresti che ne è valsa la pena?’ si definiscono l’obiettivo principale e gli strumenti utilizzabili. La persona può scegliere e dire la sua, può preferire uno strumento e chiedere di non usarne altri e può concedersi di cambiare idea e scegliere strumenti diversi durante il percorso.

Sebbene il colloquio e le domande abbiano un posto privilegiato, potranno essere regalati piccoli quaderni per scrivere, prestati libri, fotocopiati disegni di arte-terapia e mandala da colorare… potranno essere usate fotografie e immagini, il disegno, la musica e la poesia…si può preferire il rilassamento oppure le immaginazioni guidate…

Un lavoro su misura, una creazione artigianale, un atto co-creativo.

Dott.ssa Francesca Fontanella

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