Errori da Giraffa – Relazione di coppia, Terza Puntata
Come anticipato, vi racconto gli errori tipici della Giraffa…
Errore 1: Contesto non contestualizzato.
Invece di riferirsi ad un evento specifico, la Giraffa sbaglia e fa riferimento a contesti troppo vasti o indefiniti: nella vita, nel lavoro, con me, con lei/lui…
Esempio:
Con me sei indifferente, mi sento non amata/o e vorrei che fossi più presente.
Sembrerebbe tutto rispettato: contesto, emozione, proposito.
Eppure non va e l’altro risponde qualcosa del tipo: “Ma cosa stai dicendo? E ieri allora? quando ti ho accompagnato…”
Ne consegue la cosiddetta ‘escalation’, ossia un aumento delle difficoltà comunicative in cui i due membri della coppia si rispondono ‘al rinfaccio’, dimenticando l’argomento iniziale della conversazione.
La domanda che potete porvi è: sempre-sempre il suo comportamento è indiffferente con me? Oppure c’è un momento specifico in cui ho sentito questa cosa?
È importante circoscrivere il contesto!
- Prima, quando ti ho chiesto…
- Ieri, alla cena…
- Quando mi dici questa frase…
Errore 2: Etichettare l’altro
Usiamo l’esempio di poco fa:
Con me sei indifferente, mi sento non amata/o e vorrei che fossi più presente.
Quell’aggettivo, ‘indifferente’, è un’etichetta, ossia un modo per definire l’altro e non il suo comportamento. L’attribuzione di un’etichetta tende a portare a difendersi e a disconfermarla: chi la riceve non la sente sua e può percepirla come un’accusa.
La Giraffa non riesce, così, a farsi capire.
Errore 3: Emozione che non è un’emozione
Con me sei indifferente, mi sento non amata/o e vorrei che fossi più presente.
‘Non amata’ non è un’emozione! In questo caso è come se si stesse dicendo all’altra/o che non ci ama! Ancora una volta, l’altra/o vorrà difendere i suoi sentimenti che, tra l’altro, le/gli sembreranno non capiti.
Di nuovo, la Giraffa non usa bene il suo linguaggio.
Errore 4: Proposito mal formato
Con me sei indifferente, mi sento non amata/o e vorrei che fossi più presente.
Quel ‘vorrei che fossi più presente’, più che essere un proposito, è un’altra, velata accusa: tu non sei presente.
Inoltre: cosa intendiamo per ‘presenza’? E cosa potrebbe intendere l’altro? Il rischio è di non aver comunicato in modo efficace perché la stessa parola possiede significati operativi diversi per i due membri della coppia.
Il proposito va ben formato, ossia, bisogna chiedersi che cosa si desidera, che cosa si vuole proporre. Ad esempio, un’azione concreta.
- [Contesto] [Emozione] vorrei che mi preparassi la cena quando arrivo tardi.
- [Contesto] [Emozione] vorrei che mi venissi a vedere al concerto.
- [Contesto] [Emozione] vorrei che guardassi con me un film.
Ricapitolando, una frase in buon Giraffa suona più o meno così:
Quando mi hai risposto che non saresti venuta/o a vedermi al concerto, mi sono sentita/o triste perché ho pensato all’indifferenza. Mi piacerebbe molto che al prossimo concerto venissi anche tu.
Meglio del:
Con me sei indifferente, mi sento non amata/o e vorrei che fossi più presente.
Vero? 🙂
Dott.ssa Francesca Fontanella