Due storie per parlare del potere del sorriso
Vi racconto due Storie.
La prima Storia è il racconto di un esperimento, condotto nel 1988, da alcuni ricercatori (Strack, Martin e Stepper); l’altra è un aneddoto che racconta un incontro provvidenziale ai tempi degli scontri razziali in Nord America.
Ecco la prima Storia…
Strack Martin e Stepper, è il 1988, coinvolgono un gruppo di persone in un esperimento. Chiedono ad alcune di loro di tenere un penna serrata tra i denti e scrivere alcune frasi; ad altre chiedono di scrivere alcune frasi con la penna tra le labbra. Dopo la prova di scrittura, i tre propongono ai partecipanti un momento di svago mostrando loro alcune vignette umoristiche.
Non solo. Chiedono loro di dare una valutazione a queste vignette domandando: “Quanto vi sembrano divertenti?”
Lo sapete cosa accadde?
Per capire bene quanto sto per dire, vi chiedo di prendere una penna e di tenerla tra le labbra. Osservate la configurazione che assumono le labbra: le estremità sono rivolte verso il basso, proprio come in un’espressione facciale di Tristezza.
Ora prendetevi la briga di stringere la penna tra i denti. La configurazione delle labbra è molto diversa e assomiglia (sebbene lontanamente) ad un Sorriso.
E allora sapete che accadde?
I partecipanti che tenevano la penna tra i denti trovarono più divertenti le vignette rispetto a quelli che la tenevano tra le labbra.
Morale della favola: simulare un Sorriso invia al cervello un messaggio di positività. Pertanto, perché non concedersi più spesso un Sorriso?
Ora la seconda storia…
Siamo ai tempi del Ku Klux Klan, un contadino nero cammina lungo la strada con del bestiame. Passa di lì un imprenditore bianco, in limousine e il suo autista suona il clacson per avere via libera sulla strada.
Gli animali, sentendo il suono improvviso, si spaventano e lasciano cadere a terra i loro escrementi che finiscono sotto le ruote dell’auto. L’imprenditore, furibondo, fa fermare l’auto e minaccia il contadino di botte e ripercussioni se non si rende disponibile a mangiare gli escrementi dei suoi animali.
L’uomo, per evitare di esser ucciso o di causare guai alla sua famiglia, si china sugli escrementi e in quel momento sopraggiungono due auto. Ne escono Martin Luther King e un gruppo di giornalisti e fotografi.
Ve la faccio breve… King e l’imprenditore iniziano una conversazione sull’uguaglianza che si conclude con questa frase:
Siamo Tutti uguali… pertanto, se lui mangia, mangio anche io!
Martin Luther King si china a fianco del contadino e inizia a mangiare gli escrementi con lui. I fotografi, neanche a dirlo, immortalano il tutto. L’imprenditore, allarmato dalle possibili conseguenze sulla sua reputazione, fa sequestrare ai suoi uomini i rullini delle fotografie e se ne va.
Come finisce la Storia?
King prosegue per Dallas e il contadino verso casa. Quando giunge a casa il contadino ha ancora dipinto sul volto un gran Sorriso. La moglie, rispondendo al Sorriso (si sa, i Sorrisi sono contagiosi) chiede al marito cosa sia accaduto di buono durante la giornata.
Il contadino risponde:
Se ti raccontassi con chi ho fatto colazione oggi…non mi crederesti mai!
…. Questo è il Sorriso che potreste porvi come obiettivo! Un Sorriso che permette di andare oltre le frustrazioni e le sconfitte quotidiane e consente di trarne il meglio.
Vi invito seriamente a compiere un passo così poco serio! (Cit. J. Bucay)
Dott.ssa Francesca Fontanella
fontanella.francesca@gmail.com
Riferimenti bibliografici
Bucay, J. (2014). L’arte di andare avanti. Ed. Kindle, Etas.
Strack, F., Martin, L.L. & Stepper, S. (1988). Inhibiting and facilitating conditions of the human smile: A nonobtrusive test of the facial feedback hypothesis. Journal of Personality and Social Psychology, 54, 768-777.