Ricordare la propria storia è utile e importante per diverse ragioni che ruotano intorno alla tua identità. Raccontandola noti elementi di continuità, eccezioni e scopri i motivi dei tuoi comportamenti di oggi. Tutto questo è utile anche solo per conoscenza; utilissimo se cerchi un cambiamento.
Category: Psicologia Narrativa
La questione dell’identità è rilevante. Tutte le scelte che fai, le tue opinioni, i posts che scrivi sui socials, il modo in cui ti vesti comunicano qualcosa della tua identità che è – sempre – in evoluzione e dipende da…
Decifrare il sintomo psicologico significa dar esso un senso all’interno della storia della persona. Un sintomo può essere vissuto da più persone, ma assumere significati diversi che dipendono dalle esperienze personali, dall’età della persona, dai suoi valori e dai processi cognitivi ed emotivi. Solo soletto, un sintomo può non essere leggibile. Vediamo perchè…
Avrai forse sentito parlare di libroterapia o biblioterapia: si tratta di una tipo di cura di te che passa attraverso la lettura. In questo articolo mi pongo una domanda: esistono indicazioni specifiche per la scelta dei libri da leggere? Esistono posologie ed effetti collaterali?
Insomma ti faccio uscire un articolo su Halloween a Halloween? Sì, ma per parlare di Identità personale e di sfaccettature di personalità. In soldoni, Halloween apre lo spazio per una riflessione psico.
Un post dello scorso anno, per iniziare…
Lo scorso anno, in questo periodo, ho pubblicato sulla mia pagina Facebook questo post:
Ci tenevo a fare onore alle narrazioni sulle zucche che, sotto Halloween, paiono avere la sola identità di lanterna di Jack O’Lantern. Invece, anche ai meno appassionati di zucche, sarà nota almeno un’altra zucca speciale: la carrozza di Cenerentola.
Dove voglio andare a parare?
Di questo incipit conta la questione delle narrazioni, in particolare le narrazioni alternative. In Terapia Narrativa si chiamano narrazioni alternative i modi i cui una persona si racconta, uscendo dalla narrazione unica. Ognuno tende a rappresentare se stesso in un certo modo e a raccontarsi di conseguenza: questa è la narrazione unica. Talora questa narrazione è striminzita e senza sfaccettature e, in tal caso, è necessario riconoscere le narrazioni alternative.
Identità e narrazione unica
Raccontarsi secondo una sola narrazione porta con sé un effetto collaterale che descrivo attraverso un esempio. Se io mi raccontassi come una persona solare cosa succederebbe? Probabilmente mi riconoscerei e avrei diverse esperienze e fatti da portare a sostegno di questa narrazione. Magari anche le persone che mi conoscono potrebbero confermare. Accadrebbe anche, però, che se in un dato momento fossi più cupa, ombrosa mi troverei incongruente con me stessa. È possibile anche che in questi momenti di maggior ombrosità, io mi senta in colpa e, forse persa.
Identità e narrazioni alternative
Il punto è che difficilmente una persona è sempre in un certo modo! Di conseguenza, diventa utile riconoscere di avere caratteristiche sfaccettate, qualche volta anche in contrasto tra loro. Posso avere un atteggiamento solare nei confronti dei fatti di vita, ma vivere momenti di malinconia, giusto? Ecco, questa è una narrazione alternativa: la disponibilità a riconoscersi in rappresentazioni di sé diverse (coerenti con i propri valori).
Le narrazioni alternative e la libertà
Come una zucca può essere lanterna o carrozza, tu puoi assumere caratteristiche diverse ed essere uno, nessuno, centomila. Questo ti concede un certo grado di libertà personale, professionale, nei comportamenti e, soprattutto, d’identità individuale e di gruppo.
Puoi vivere con solarità e provare malinconia, puoi agire con responsabilità e fare una scelta folle, puoi essere donna e non volere figli, puoi essere un uomo e amare il rosa, essere omosessuale e monogamo, ad esempio. Noti la portata delle narrazioni alternative? Possono essere usate anche per decostruire narrazioni sociali poco utili come maschio=azzurro, omossessuale=promiscuità sessuale, donna=madre.
La complessità è un complimento!
Avere un’identità complessa, secondo questo tipo di lettura, è un complimento perché significa avere un’identità costruita su narrazioni alternative che permettono di integrare aspetti diversi di sé in un continuum coerente, ricco e appagante.
L’identità complessa è in evoluzione, cresce attraverso le esperienze e mantiene equilibrio con se stessa e solidità senza essere rigida.
E Halloween che c’entra con l’identità?
Mah, in parte non c’entra affatto…
Tuttavia, Halloween ha costruito negli ultimi anni una narrazione unica rispetto alla zucca e al suo significato sociale e, pur accogliendo la sua tradizione, suggerisco di fare onore anche alle tradizioni meno famose o meno accattivanti per permettere anche alla zucca di… avere un’identità complessa!
”Meno male che il bicchiere è mezzo vuoto!”
Così inizia la prima conversazione con una cliente, in studio. Incuriosita, chiedo di più.
Il bicchiere mezzo vuoto è positivo
Mi racconta che non ama la metafora comune per la quale vedere il bicchiere mezzo vuoto è segnale di pessimismo o di interpretazione negativa della realtà. Nel suo caso, più volte, che il bicchiere fosse mezzo vuoto, è stato un elemento positivo:
La mia fortuna stava proprio nel fatto che il bicchiere fosse mezzo vuoto!
Cosa c’è nel bicchiere?
La donna continua a raccontare la sua metafora originale dicendo:
Se non sai di cosa è pieno il bicchiere, non puoi dire se sia meglio averlo mezzo vuoto o mezzo pieno. Se è pieno di mxxxx… meno male che non sia tutto pieno, no? [Ride]
Mi faccio una risata insieme a lei che continua la sua riflessione.
E così mi è capitato in diversi momenti di vita. Tenevo un vasetto in camera, quando avevo 8 anni. Ogni volta che ricevevo botte dai miei genitori ci mettevo dentro una nocciolina – ne avevamo tante in casa! – e quando erano molto affettuosi con me ne toglievo una. Il vasetto era la mia misura della relazione con loro, in quegli anni.