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Gli effetti catastrofici del detrimento emotivo

Ci sono parole molto significative nella lingua italiana, che descrivono processi anziché aspetti stabili della realtà: “detrimento” è una di queste parole. Un detrimento è un processo che porta danno materiale o morale e nel suo procedere ed evolvere può avere effetti catastrofici. Lo racconta la parola stessa…

Deterere in latino che vuol dire?

Deterere è una parola latina che significa usurare. Detrimento, il sostantivo che deriva da questa parola, ha a che vedere con l’usura, il consumo graduale, lento lento, lemme lemme… Il danno che chiamiamo detrimento non è un danno immediato, evidente, manifesto, ma un danno che ti consuma lentamente. Detrimento indica, quindi, un processo che ti porta a notare, alla lunga, i danni che rischiano di essere catastrofici.

Il detrimento ti lascia in pezzi

I miei professori al liceo non si accontenterebbero di questa riflessione e mi farebbero notare che un’altra parola deriva direttamente dal verbo deterere: detrito. Il detrito è materiale frammentato, rotto, distrutto. Un detrito può essere riutilizzato, forse, ma può essere che questo non sia possibile.

Il detrimento procura un danno usurante, fino a produrre detriti, in pratica ti lascia in pezzi.

Riconoscere il detrimento è complesso perché…

Riconoscere il detrimento è complesso per sua natura perché graduale e subdolo. Per alcune persone, inoltre, è proprio difficile riconoscere il detrimento perché sono abituate a tenere duro, sopportare, reggere… Con queste persone il detrimento ha vita facile perché può lavorare indisturbato il suo processo di usura, quasi senza farsene accorgere.

Online gira da tanto tempo la storiella della rana bollita e immagino tu la conosca già. Il senso della storiella è che una rana che venisse messa nell’acqua bollente, darebbe un colpo di zampe per scappare via; una rana messa in acqua tiepida che piano piano viene riscaldata, non solo non scappa, ma si indebolisce fino a non avere più la forza di saltare via. Questa storiella macabra e poco rispettosa della rana, sottolinea quanto si possa essere poco rispettosi di sé nel lasciarsi logorare lentamente in alcune situazioni relazionali.

[Puoi leggere una variante interessante di questa storia, che coinvolge un pesciolino, un professore di filosofia e una classe di ragazzi eticamente sul pezzo. Si tratta di un racconto di Enrico Galiano: Il pesce rosso.]

Come proteggersi dal rischio di detrimento?

Per proteggersi da questo tipo di danno graduale, è necessario allenarsi a non sopportare. Non ti sto invitando all’intolleranza globale, ma a una forma di intolleranza che tiene conto del rispetto di te. È giusto non essere tolleranti se, quella cosa che stiamo tollerando, ci sta facendo del male e piano piano uccidendo fisicamente o moralmente.

Tenere duro può essere un valore, ma non lo è se nel tenere duro si continua a tenere anche ciò che fa male e che si potrebbe lasciare. Puoi dire dei no, puoi dire “basta!”, puoi lasciare un lavoro in cui non stai bene, una relazione che ti logora, un’amicizia che chiede e prende senza dare…

Come notare che stai vivendo un detrimento?

Potresti non accorgertene, ce lo siamo detti. Se ti trovi in un’acqua tiepidina che apparentemente è piacevole, piccoli rialzi della temperatura ti potrebbero sembrare irrisori e potresti tollerarli fino a quando noterai che è troppo per te. Ad esempio, una persona potrebbe controllare le tue cose in un modo che ti pare amorevole e protettivo e poi, a un tratto, potresti accorgerti che, passo passo, ha preso possesso della tua vita e non hai più libertà.

La fregatura è che chi agisce il detrimento usa una strategia che si aggancia molto bene con un tuo bisogno e, per questo, all’inizio ti fa stare così bene.

Puoi accorgerti del detrimento solo se conosci molto bene i tuoi bisogni emotivi e relazionali. Molto bene significa che li hai esplorati, ne conosci le origini, ne hai notato punti di forza e di debolezza e sai capire all’istante quando qualcuno li sta soddisfacendo e in che misura.

L’antidoto è una accurata conoscenza di sé

Forse hai pensato che la psicologia sia utile per chi sta male. Sì, certo, se il detrimento è già avvenuto, la psicologia ti aiuterà a fare qualcosa dei detriti e a ricostruirti. Tuttavia, la prevenzione è la miglior forma di cura e conoscerti accuratamente è prevenzione.

Conoscere chi sei, tra tutti gli altri vantaggi che conosci già, tiene alla larga il rischio che il primo abile portatore di detrimento demolisca proprio a te. Vuoi conoscerti? Meriti di non… diventare un detrito!

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