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In questo articolo si descrivono gli effetti psicologici del non sentire bene, l’ipoacusia. L’articolo è a cura di Starkey Hearing Technologies che ringrazio per avermi scelta per pubblicare questo importante messaggio. Ecco, per te, l’articolo del team SHT.

L’ipoacusia, il non sentire bene

L’ipoacusia, cioè la perdita progressiva dell’udito, è un fenomeno che colpisce gran parte della popolazione (circa 278 milioni di persone in tutto il mondo – dato fornito dall’Organizzazione Mondiale della Sanità). L’insorgenza di questo deficit aumenta con il progredire dell’età, dopo i 60 anni, ma ci sono casi di ipoacusia in età più giovane.
Si tratta di un fenomeno subdolo, progressivo, di cui frequentemente si accorge per primo chi vive con la persona e le fa notare di non sentire bene. L’ipoacusia ha serie ripercussioni sulla vita di chi ne è affetto, sia dal punto di vista fisico che psicologico.

Gli effetti dell’ipoacusia

Gli effetti dell’ipoacusia meritano attenzione. Vi sono sintomi fisici (mal di testa, stanchezza, tensione e dolori muscolari…) ed effetti psicologici. Date le conseguenze di questi effetti nella sfera privata e professionale delle persone, riteniamo importante metterli in rilievo.

Tristezza e Depressione

Questo è il principale rischio: diversi studi scientifici hanno dimostrato la presenza di una stretta correlazione tra depressione e ipoacusia (l’11,4% di adulti con problemi di udito soffre anche di depressione severa, e quasi il 20% soffre di depressione lieve). Questa compresenza si verifica maggiormente nella fascia d’età tra i 18 e 69 anni, con picchi massimi tra i 40 e i 49 anni.

Bassa autostima e senso di inadeguatezza

La difficoltà a udire discorsi e conversazioni può generare senso di inadeguatezza e di vergogna, calo della stima e della fiducia in sé e malessere psicofisico generale. Per evitare di provare queste spiacevoli sensazioni, la persona affetta da ipoacusia tenderà a isolarsi sempre di più.

Isolamento

L’isolamento è la diretta conseguenza della fatica a entrare in una conversazione, a seguirla, a instaurarne una in prima persona. Non sentire bene può portare al progressivo isolamento dal mondo esterno, a chiudersi sempre di più. A questo rischio si associa un rischio sociale di perdita di “contatto con la realtà” poiché può essere impossibile ascoltare la radio o seguire un programma in televisione. La cosiddetta “barriera del silenzio”, infatti, non è sempre facile da abbattere ed essa stessa contribuisce allo sviluppo di sintomi depressivi.

Stress e difficoltà di concentrazione

A causa dello sforzo nel seguire le conversazioni e nel cercare di comprendere le parole, si può manifestare una forte stanchezza unita a stress e difficoltà di concentrazione.

Inquietudine, diffidenza e paranoia

L’ipoacusia riduce la possibilità di avere controllo sulla propria quotidianità e ciò può generare vissuti di inquietudine e diffidenza. Essi possono amplificarsi e trasformarsi in disturbi specifici di tipo psicologico (ad esempio, ansia generalizzata e paranoia).

Conseguenze nei rapporti interpersonali e familiari

Depressione, diffidenza, fatiche comunicative si ripercuotono negativamente nei rapporti con gli altri. Inoltre, le persone care soffrono con chi non sente bene per i disagi che gli/le vedono vivere, in particolare quando si tratta di bambini. È importante parlare del problema senza nasconderlo e dare sostegno alla persona con difficoltà uditive senza sostituirsi ad essa nelle sue attività quotidiane.

Come intervenire per evitare gli effetti psicologici dell’ipoacusia

Tutti gli effetti psicologici elencati diminuiscono notevolmente o addirittura scompaiono se l’ipoacusia viene trattata con tempistiche brevi, senza trascurarne i sintomi.

#Primo passo: Apparecchio acustico

Gli apparecchi acustici, in base alla situazione personale, permettono di recuperare la quasi totalità della capacità uditiva, contribuendo a migliorare la qualità di vita. Oltre la metà di coloro che usa dispositivi, infatti, ha dichiarato di notare un miglioramento nelle relazioni interpersonali rispetto a quando non ne faceva uso. Il dato è confermato anche dai familiari (il 66% dei parenti conferma un netto miglioramento della qualità della vita).

#Secondo passo: percorso psicologico

All’uso di protesi può essere affiancato un percorso psicologico. Perché?

  • per accompagnare la persona nella fase di adattamento al cambiamento di udito e all’utilizzo dell’apparecchio;
  • per prevenire l’insorgenza di disagi psicologici;
  • qualora i disagi psicologici fossero già manifesti, come nel caso di una depressione, il trattamento psicologico avrà un ruolo determinante per la salute fisica ed emotiva e per iniziare a godere dei benefici dell’apparecchio acustico.

Quando intervenire?

Il prima possibile, sia da un punto di vista fisico che psicologico, per evitare l’atrofia della corteccia uditiva (e mantenerla allenata) e per prevenire il rischio di isolamento e depressione. Si ricorda, inoltre, l’importanza del supporto di familiari e amici.

Articolo a cura di Starkey Hearing Technologies

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