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Te lo hanno detto almeno una volta, vero? Impara l’arte… si sa mai che prima o poi ti serva! Forse non ti hanno raccontato che questo detto ha un fondamento scientifico che risale al 1930.

Tolman e il labirinto

Tolman e Honzik stavano studiando l’apprendimento utilizzando come campioni dei topi. Al tempo, si rifletteva su diversi tipi di apprendimento, tra cui quello condizionato da un rinforzo. Si studiava sperimentalmente, infatti, il fenomeno per cui un comportamento premiato tende a essere ripetuto.

I due ricercatori notarono un particolare interessante: topi che sembravano non aver appreso come uscire da un labirinto, in realtà avevano appreso l’arte e messa da parte. Ma andiamo per gradi.

Tre gruppi di topi nel labirinto

I topi che hanno avuto la cortesia – forzata – di partecipare all’esperimento furono divisi in tre gruppi: il primo gruppo quando usciva dal labirinto, riceveva un premio (rinforzo); il secondo gruppo non riceveva nulla; il terzo gruppo per i primi 10 giorni non ricevette nulla, poi ricevette il premio. Cosa accadde?

Accaddero due fatti prevedibili e uno a sorpresa!

I topi premiati da subito, come immaginerai, dopo qualche premio ricevuto, impararono ad andare diretti all’uscita dal labirinto. Prevedibile! I topi non premiati vagavano all’interno del labirinto, senza dare a intendere di avere appreso la strada diretta verso l’uscita. Per gli studi dell’epoca anche questo era prevedibile. Il terzo gruppo di topi fece una cosa molto interessante: per 10 giorni vagò a caso nel labirinto, senza avere il rinforzo, ma appena venne dato il rinforzo all’uscita, in tempi molto rapidi – più di quelli del primo gruppo di topi rinforzati – mostrarono di aver ben chiaro dove fosse l’uscita.

Il topo impara l’arte…

Era accaduto questo: i topi vaganti senza rinforzo, in qualche modo, mantenevano una mappa mentale dell’uscita dal labirinto, ma, non essendo per loro utile perché non portava a nulla, la tenevano da parte. Memorizzata, ma non attiva, per capirsi.

Tuttavia, non appena uscire dal labirinto acquisiva un significato perché veniva loro dato il premio, i topi mostrarono di saper ricostruire molto bene la mappa mentale e, quindi, uscire. Avevano appreso l’arte e poi la avevano messa da parte.

Anche l’essere umano impara l’arte…

Questo fenomeno si presenta anche nel comportamento umano. In situazioni di emergenza, ad esempio, capita che le persone mostrino di saper fare cose inattese. I bimbi, per fare un altro esempio, talora sembrano non aver appreso compiti quotidiani come vestirsi o lavarsi i denti, ma, in un momento particolare, in cui gli adulti non possono occuparsene, sorprendono facendo tutto da soli.

Ricordo che a me capitò anche all’esame di laurea, in cui feci un errore tecnico in un’esposizione che corressi con una battuta citando un colosso della psicologia. La cosa buffa della faccenda è che ora non saprei ricordare affatto quelle parole. In situazione di emergenza, potendo ricevere il rinforzo di un buon voto di laurea, venne fuori una competenza appresa e nascosta.

Apprendimento latente e vita quotidiana

Quella competenza appresa e tenuta nascosta si chiama apprendimento latente e ha un lato particolarmente interessante, a mio avviso. Succede, infatti, che le persone di fronte alle difficoltà, ai pensieri, alle emozioni che turbinano o a prove che le spettano si dicano che “non ci riescono“, che “non sanno come fare“.

La mia lettura è che quando ci diciamo queste frasi siamo come i topi nel labirinto: vaghiamo cercando l’uscita, ma non essendoci – lì fuori – il risultato premiante atteso, riprendiamo a vagare, impotenti da un certo punto di vista.

Questo significa che se una volta, una sola, uscendo dal labirinto si trovasse ciò che si cerca e si desidera, le volte successive sarebbe più facile recuperare la mappa che porta all’uscita, alla soluzione.

Impara l’arte della flessibilità psicologica

Ecco, quindi, come si innesta in questo discorso l’arte della flessibilità psicologica. In termini di rinforzo, premio, risultato, è importante coltivare la flessibilità per non cadere vittima di aspettative. Di fatto, se, uscendo dal labirinto, hai l’impressione di trovare qualcosa che per te non vale abbastanza farai come i topi non rinforzati. In pratica, vagherai qua e là alla ricerca di altro – che non sai cos’è – e ti sentirai senza via d’uscita. Diversamente se, ad esempio, ti abituerai a riconoscere altri tipi di risultato, rinforzo, premio, avrai chiaro come raggiungere le vie d’uscita.

Chiaro, ogni situazione è a sé. Anche per questo, esistono la psicologia e le tecniche psicologiche con le quali trovare le vie d’uscita nascoste o aprirle, se proprio non ci fossero.

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