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Il tema della violenza merita un’attenzione psicologica dedicata. Ho la fortuna di collaborare con la dott.ssa Cristina Politano per un progetto online (Progetto Stesso Cielo)  e le ho chiesto la disponibilità a raccontarsi rispetto alla sua esperienza con il sostegno a chi subisce violenza, in ogni sua forma. Ne è nata una nuova psico-intervista, molto vivace e accattivante, nello stile di Cristina. Eccola! 

Cristina Politano, cuffie per la connessione, un pupazzo della sua bimba e gli scudi della serie Vikings…

Parliamo di violenza

Ciao Cri, scelgo di andare subito al dunque… puoi aiutare chi leggerà la tua intervista a capire che tipi di violenza è possibile incontrare nella vita?

Aiuto! Il mondo è pieno di violenze, se facessi un elenco ne tralascerei sicuramente tantissime! Per facilitare, potrei nominare le violenze che ho incontrato più frequentemente nelle storie delle donne, degli uomini e dei ragazzi che ho seguito. 

Alcuni tipi di violenza

  • Fisica: ad esempio schiaffi, pugni, calci, spintoni, graffi. 
  • Sessuale: quando viene imposto il coinvolgimento in attività e/o rapporti sessuali senza il consenso.
  • Psicologica: con i suoi “non puoi…”, “se lo fai, io ti…”, “non vali niente”, “se mi lasci io mi ammazzo”, “sei mia/mio”, “metti un vestito più coprente”, ecc…
  • Economica: quelle forme dirette o indirette di controllo dell’indipendenza economica dell’altro.
  • Stalking: una vera e propria persecuzione che ha lo scopo di rendere la vittima costantemente in allerta, il messaggio è “ci sono anche se non mi vedi, non puoi mai essere tranquilla/o”. Telefonate, sms, visite indesiderate, pedinamenti, raccolte di informazioni tramite altre persone.

E ancora: mobbing, bullismo, cyberbullismo, violenza assistita, domestica, di genere, di coppia (etero e omosessuali), omofobia. E la violenza verso di sé… La violenza psicologica rappresenta il fil rouge che è presente in tutte le varianti. Subdola, nascosta, scava dentro e porta la vittima a sperimentare la cosiddetta dispercezione. La dispercezione porta a non credere più alle proprie percezioni e impedisce di riconoscere le violenze come tali. Il risultato è che si alza l’asticella di tolleranza alla violenza e diventa normale essere insultati, derisi, denigrati.

Violenza di genere

Per tua esperienza esiste una violenza agita dalle donne sugli uomini? 

Eccome! Le cose sono sempre più complesse di quel che appaiono. Sebbene si parli quasi solo di violenza contro le donne, gli uomini sono vittime di violenza da parte della partner più spesso di quel che si pensa.Stalking, violenza verbale, psicologica e talvolta anche fisica. 

 C’è un sommerso incredibile di uomini che non ne parlano e non denunciano perché “vieni preso per il culo e deriso se dici che la tua ex moglie ti prendeva a schiaffi”.

Per questo è importante uscire dalla dicotomia donna-vittima/uomo-violento. La violenza non ha genere e parlarne in questi termini non fa che incrementare gli stereotipi di genere che la alimentano: uomo macho, donna indifesa. Ci sono donne violente e uomini violenti, uomini vittime e donne vittime. Riconoscerne una non diminuisce la portata dell’altra.

Come difendersi dalla violenza

Pensi ci sia un modo per difendersi da tutto questo?

Ho imparato che è un gioco da ragazzi, davvero facilissimo…finché non si diventa vittime. Per spiegarmi meglio, ti riporto quanto mi disse una giovane donna vittima di violenza domestica: 

“Mi sento una cretina a stare qui a raccontare cosa ho passato in questi ultimi 5 anni. Sa, io facevo parte di quel gruppo di fenomeni che quando sentiva in tv parlare di un caso di femminicidio diceva -ma perché quella non l’ha lasciato? Se l’è cercata alla fine! Io, se il mio moroso mi tirasse anche solo uno schiaffo, me ne andrei istantaneamente!- E invece eccomi qui a raccontarle 5 anni di violenze di ogni tipo! È dannatamente difficile “.

L’unica cosa che può aiutarci a rendere meno fertile il terreno per l’attecchire della violenza, e quindi prevenirla, credo sia l’educazione.

Prevenire la violenza con l’educazione

L’educazione  è lo strumento di difesa per eccellenza? Dimmi di più! 

Si può iniziare con i bimbi, fin da piccoli, piccolissimi, a destrutturare gli stereotipi. Sono questi stereotipi la base dei principali comportamenti a rischio e influiscono significativamente sulla strutturazione dell’identità (stereotipi di genere, sulla violenza, sulla diversità, sulla sessualità, ecc).  

Possiamo iniziare a dire ai bambini che se un maschio si veste di rosa non è una “femminuccia”e che se una bambina si diverte a giocare a calcio non è un “maschiaccio”! Alle/agli adolescenti che il/la fidanzatino/a che ti controlla il telefono non è “troppo innamorato/a”! Ai/alle giovani che i partner non si posseggono! E, ancora, abituiamo i bambini ai no e alla frustrazione; spieghiamo loro che se insulti qualcuno su Facebook ci sono delle conseguenze; aiutiamo le persone ad amarsi di più, nonostante i difetti… 

I bambini sono giovani esseri umani intelligenti e possiamo dare loro strumenti su due fronti:  saper riconoscere la violenza e, passo successivo, non agirla. Intanto, riconoscerla.

Riconoscere la violenza con le serie TV

In una psicologia quotidiana, agli adulti come ai ragazzi e ai bambini, come si può insegnare a riconoscere la violenza? 

Io uso le serie tv! Le serie tv, i film e alcuni programmi tv,  permettono di osservare i comportamenti, i pensieri, le azioni, le intenzioni dei protagonisti. Un po’ come se gli umani andassero in uno zoo a guardare altri umani che “fanno cose” e, tra queste “cose”, ci fosse anche la violenza. 

È un buon esercizio analizzare i personaggi che ci appassionano e che guardiamo con ammirazione: sono davvero da ammirare? Nascondono comportamenti da cui in realtà vorremmo scappare? Insomma, guardare l’altro per guardare se stessi, soprattutto per quegli aspetti che fatichiamo a riconoscere come nostri.

Come Mr. Gray!

Ti faccio un esempio, hai presente Mr. Grey? Quello di 50 sfumature di grigio… Un uomo con un passato traumatico, geloso, possessivo, sadico, controllante. Ecco, ricordi quante donne impazzivano per questo personaggio? Tra queste c’erano anche alcune donne che seguivo e che erano vittime di una relazione violenta. Ho chiesto loro: se Mr. Gray facesse le stesse cose, ma fosse brutto, povero e antipatico ti piacerebbe comunque?Analizzando Mr. Grey eravamo giunte alla conclusione che, se toglievi la bellezza dell’attore che lo interpretava e la ricchezza economica del personaggio…voilá, ecco che avevi il loro partner!  

Accecate dalla parte affascinante del personaggio non consideravano gli atti sadici, controllanti e persecutori, la violenza. 

Percorsi psicologici, film e serie TV

Le persone accolgono facilmente questo metodo?

Sì! Va detto che chi sceglie il mio supporto conosce come lavoro perché mi racconto grazie al sito e ai social. Per darti un’idea della disponibilità a lavorare con film e serie tv, ti faccio qualche esempio.

Qualcuno mi ha descritto l’ansia come il Demogorgone di Stranger Things quando appare a Will e lo paralizza; altri mi ha parlato del padre equiparandolo allo “stronzo alcolizzato di Shameless”. Qualcuno ha fatto un parallelo tra Amenadiel e Lucifer nell’approcciare alla nuova casa per spiegare il conflitto tra la voglia di vivere in un altro Paese e quella di tornare indietro; una persona si è definita senza coraggio nel dichiararsi alla persona amata, identificandosi con Ross di Friends. Forse, se fosse stato un giovanissimo, si sarebbe definito attraverso Ted di How I met your mother. Recentemente ho incontrato anche chi avrebbe voluto vendicarsi delle violenze subite come ha fatto Sansa con Ramsey in Game of Thrones. In questi casi, insieme, si lavora per andare oltre alla sete di vendetta.

Film e serie tv sono, nel tuo lavoro, metafore di vita…

Sì, per me una metafora del lavoro psicologico è proprio la serie tv. Le persone ricoprono quasi tutti i ruoli: l’attore, la comparsa, il regista, lo sceneggiatore e lo spettatore. Lo psicologo ricopre il ruolo di cameraman e montatore video, per creare un percorso ad hoc…proprio come il montaggio di una serie tv che non è mai automatico, né una semplice combinazione di pezzi, ma risponde a precise scelte di stile e di significato.  Lo scopo è costruire insieme (e vivere) una storia che la soddisfi, che le doni la voglia e l’eccitazione di scoprire cosa succederà nelle puntate successive e  fornisca gli strumenti per far fronte a una puntata no. 

There’s nothing in the world more powerful than a good story” (Non c’è niente di più potente al mondo di una buona storia).Tyrion Lannister, Game of Thrones

Percorsi online per vittime di violenza

Offri la tua psicologia online: come usano il servizio le vittime di violenza? Perché scelgono l’online?

Dietro la vittima vi è un soggetto violento/maltrattante che può agire un controllo sulla vittima. Capita che le vittime interrompano un percorso psicologico iniziato perché seguite dal/dalla partner; altri non si sentono liberi di iniziare un percorso perché sono senza macchina per recarsi in studio; altri ancora non vogliono dirlo ai genitori.  Il servizio di sostegno psicologico online rappresenta una risorsa importante, ci si può collegare durante l’ora buca al lavoro, da casa, dalla propria cameretta, dalla casa dei nonni, dalla macchina o da qualunque posto ritenuto sicuro. In alcuni casi è considerata l’unica possibilità per chiedere aiuto senza essere sabotatiuno spiraglio di libertà in una vita intrisa di controllo.

Grazie, Cristina! In chiusura di questa intervista, direi che potremmo fare buon uso della tua cultura su film e serie! Scegli uno spezzone da dedicare a chi legge 🙂 

Bella idea! Scelgo questo:

“Quando diciamo cose tipo -Le persone non cambiano-, facciamo impazzire gli scienziati. Perché il cambiamento è letteralmente l’unica costante di tutta la scienza. L’energia, la materia, cambiano continuamente, si trasformano, si fondono, crescono, muoiono. È il fatto che le persone cerchino di non cambiare che è innaturale, il modo in cui ci aggrappiamo alle cose come erano invece di lasciarle essere ciò che sono, il modo in cui ci aggrappiamo ai vecchi ricordi invece di farcene dei nuovi, il modo in cui insistiamo nel credere, malgrado tutte le indicazioni scientifiche, che nella vita tutto sia per sempre. Il cambiamento è costante. Come viviamo il cambiamento, questo dipende da noi”. 

Questo è un monologo iniziale tratto da Gray’s Anatomy. Secondo me dentro c’è tutto il senso della vita: il cambiamento.Auguro a chi legge di avere sempre la forza di cambiare ciò che non ama della propria vita, sia esso un luogo di residenza, un partner, un comportamento, un modo di pensare. E se in certi momenti la forza dovesse venire meno, beh ci sono due possibilità: si accetta la situazione come qualcosa che non può essere modificato (andando contro natura) oppure si chiede aiuto. 

 Ho un’altro spezzone che vorrei dedicare a chi legge, Fra! È tratto dalla serie tv Fringe e a pronunciare questa frase è lo scienziato pazzo Walter Bishop: 

“L’unica cosa migliore di una mucca è un uomo… a meno che non ti serva il latte, allora è meglio una mucca.” Ognuno tragga ciò che vuole  🙂

Lo avevo anticipato: Cristina ha uno stile psicologico vivace!

Desideri contattarla per una consulenza online? Ecco i suoi contatti:  doc@cristinapolitano.it
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