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Ti è successo, vero? Hai incontrato uno che non si fa gli affari suoi. Innervosisce assai, I particolare quando tu, invece, gli affari tuoi te li fai eccome!

Ci sono alcune parole piuttosto utili per zittire costoro o, per lo meno, notare di averli messi in difficoltà. Quali?

Quella volta, in autogrill

In moto, ci si ferma all’autogrill e, dopo aver preso un paio di insalate miste, dell’acqua e una Coca, ci accomodiamo ai tavoli esterni, in legno grezzo, dove sono sedute altre persone che, come noi, mangiano cibo dell’autogrill e alcune con il pranzo al sacco.

Al termine del pasto, procediamo a rivestirci da motociclisti: fazzoletto, giacca, afferriamo il casco per infilare il laccio attorno al braccio – e poi prendere i nostri vassoi e riportarli all’interno dell’autogrill – e … una signora seduta al nostro tavolo, che già dal primo momento avevo notato osservarci, dice:

“Non potete lasciare qui i vassoi, ragazzi, mi pare ovvio!”

Pofferbacco!

A queste parole, arrivano, in millesimi di secondo, una serie di pensieri:

  1. Ha detto“Ragazzi”… sono quasi commossa per essere stata apostrofata con questo attributo di giovinezza!
  2. Pure a me pare ovvio, signora… e mi pare ovvio anche che lei si stia occupando di cose non sue!
  3. Cosa vuole da noi?
  4.  Perché non si mangia il suo panino anziché occuparsi di noi?
  5. Adesso le dico qualcosa… non sopporto chi puntualizza in modo inopportuno!

Dico, in effetti, qualcosa…

Poi arriva la bacchetta magica, ossia la solita frase che uso in questi frangenti e che mi è stata insegnata dai miei maestri. Dico, seriamente, anche se con apparente leggerezza:

Cosa le fa pensare che noi si abbia intenzione di lasciare qui i vassoi?

La signora non risponde, gli altri seduti al tavolo si guardano e ammiccano. Noi, presi i vassoi, ci allontaniamo tranquilli.

La risposta/domanda per chi non si fa gli affari suoi

Eccola qui, la risposta o, meglio, la domanda, da rivolgere a chi non si fa gli affari suoi:

Cosa ti fa pensare che…?

Questa domanda offre i seguenti vantaggi:

  1. L’altro è chiamato  a motivare la sua uscita: o lo fa bene – e allora chapeau – o si trova a biascicare parole senza senso, oppure ammutolisce.
  2. In base a quello che l’altro dirà, tu o trai l’opportunità di riflettere su un tuo comportamento e sui fraintendimenti che produce oppure hai potuto bloccare la puntualizzazione inopportuna. In ogni caso,  ne guadagni.
  3. Fai bella figura con eventuali spettatori. Chi partecipa alla scena, come è accaduto a noi in autogrill, potrebbe pensare in prima battuta che tu meriti la puntualizzazione per qualcosa che loro non hanno notato, ma qualcuno di più attento sì. La domanda: “Cosa ti fa pensare che…?” mette in luce l’eventuale fallacia delle parole altrui, restituendo al comportamento additato un valore neutro o positivo.
  4. E, soprattutto, ti fai rispettare!

Rispetto e assertività

La domanda che ti ho proposto di utilizzare con chi non si fa gli affari suoi è solo uno dei modi in cui puoi, nella comunicazione con gli altri, farti rispettare. La chiave è l’assertività, ossia la capacità di farsi rispettare rispettando l’altro. Niente insulti, attacchi “a gratis”, espressioni sprezzanti. Al loro posto, asserzioni, domande, espressioni facciali e toni che comunicano la sicurezza in ciò che stai dicendo o facendo e la volontà che vi sia data considerazione e rispetto.

I miei training all’assertività: momento pubblicità

Mi manca il jingle, quella musichetta graziosa che indica il momento della pubblicità, quindi sottotitolo questa sezione dell’articolo: Questa sezione può contenere messaggi pubblicitari 😉

I miei training all’assertività seguono le linee guida, le riflessioni, gli studi di Olga Castanyer, Marshall Rosenberg e Paul Ekman. Nella ricetta personalizzata, ci troverai anche un pizzico di Phototherapy Techniques e di Songtherapy, ossia il supporto di fotografie e musica per lavorare sull’assertività. Troverai qualche ulteriore spunto creativo, aggiunto sul momento e dedicato alla tua situazione.

Obiettivo generale? Imparare a comunicare nel rispetto di se stessi e degli altri, divertendosi.

Obiettivi specifici?

  • Parlare chiaro
  • Esprimere le tue emozioni
  • Comprendere le emozioni altrui senza che ti prevarichino
  • Capirsi – Basta fraintendimenti!
  • Saper fare richieste che siano ascoltate e soddisfatte
  • Riconoscere quando l’altro non è disponibile alla comunicazione chiara
  • Aumentare la sicurezza in te
  • Imparare a fare le domande “giuste”

Ti interessa allenarti ad almeno due punti qui sopra?

Allora… sì, puoi partecipare a un training all’assertività! 🙂



     

     

     

     

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