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Fobie: la domanda base per smontarle

Cerca online “fobie” e troverai pagine con lunghi elenchi che, dalla a alla z, ti presentano fobie più note, come l’agorafobia  – la paura degli spazi aperti o affollati – o l’aracnofobia – la paura dei ragni, come quella raccontata in Emma e la Paura dei ragni – e meno note, come la zemmifobia – la paura dei topi grossi.

Vi sono fobie di animali, di oggetti, di situazioni climatiche, di sentimenti e relazioni, di luoghi…

La fobia è paura?

La fobia e la paura non sono la stessa cosa. La paura è un’emozione base che avvisa di un potenziale pericolo; la fobia è un vissuto comportamentale complesso che sostiene la convinzione di pericolo verso l’oggetto di fobia.

In pratica, potresti avere paura dei cani e non amarne la presenza a casa di amici a cena, ma potresti comunque goderti la serata – purchè il cane non venga a farti le moine -.

La fobia dei cani, invece, mantiene un’attivazione emotiva più marcata e veicola totalmente la tua attenzione, al punto non solo non ti goderesti la cena dagli amici, ma, forse, sapendo della presenza del cane, addirittura non ci andresti.

Fobie e evitamento

Un colpo basso delle fobie è l’evitamento.

Messo di fronte alla possibilità di incontrare lo stimolo fobico – quella cosa di cui si ha una fobia – scegli di non incontrarlo. Ad esempio, di non andare a cena dagli amici che hanno un cane, di non dare l’esame di matematica, di non andare in uno spazio aperto e affollato, di non andare a  fare le analisi del sangue prescritte dal medico  – per paura degli aghi -…

L’evitamento ha il vantaggio che, in un batter di ciglia, porta l’organismo in una situazione di rilassamento e sollievo. Brutta storia perché, questo effetto positivo rinforza il comportamento di evitamento stesso: oltre ad aver evitato il presunto pericolo, l’organismo rimanda una sensazione benessere.

Di conseguenza, al prossimo odore di pericolo, esso verrò nuovamente evitato. L’illusoria soluzione intrappola nella fobia impedendoti di fare esperienze che ti aiutino a superarla.

Come fare, dunque?

Ti starai chiedendo come potresti interrompere il circolo vizioso dell’evitamento ora che già da tempo eviti, eviti, eviti.

Hai ragione! Ci vengono in soccorso diverse tecniche psicologiche, tra cui trovo molto utile l’applicazione clinica di tecniche immaginative e espressive. Ti aiutano in modo delicato a esporti gradualmente, a rilassarti e a desensibilizzarti rispetto allo stimolo di cui hai una paura pervasiva e intensa.

Tuttavia, c’è una domanda essenziale, base, per smontare le fobie. In alcuni frangenti può addirittura, da sola, fare moltissimo per il superamento di queste paure invalidanti, che ti rovinano la vita.

La domanda base per smontare le fobie

Tieniti forte: sto per svelarti la domanda base per smontare le fobie.

La domanda è: quali caratteristiche ha______________?

Dove ___________ è lo spazio in cui puoi inserire ciò di cui hai fobia. Ad esempio:

Quali caratteristiche hanno i ragni?

Quali caratteristiche ha l’alba? (sì, esiste la paura dell’alba o eosofobia)

Quali caratteristiche ha l’ago?

Ora si comincia a capirci di più! 

Mettiamo che tu abbia paura dei ragni e che i ragni, per te, siano pelosi, veloci e imprevedibili. Interessante, no? No?! Non vedi nulla di interessante?

Aspetta, ora vediamo come usare queste informazioni. Di fatto, stai dicendo che i ragni ti fanno paura perché veicolano tre caratteristiche: pelo/pelosità, velocità, imprevedibilità. Come dire che non sono i ragni il problema, ma le caratteristiche che rappresentano per te. Hai paura di queste tre caratteristiche o, magari, soprattutto di una.

Da qui, parte un’esplorazione che merita di essere vissuta, sempre!

Hai trovato le caratteristiche di ciò che ti fa paura e ora sai che sono loro, in particolare, a mantenere la fobia. Da qui puoi iniziare un’esplorazione utile e interessante che parte da un’altra domanda:

Chi o che cosa, nella mia vita, ha avuto o ha queste caratteristiche?

Non importa che tu abbia una risposta ora. Potrebbe non arrivare subito. Quando arriverà, sarà illuminante.

Nel frattempo, al prossimo potenziale momento di fobia, ricorda che  ciò di cui hai paura non è quella cosa lì di cui hai paura, ma le sue caratteristiche, che ti muovono un ricordo, un’emozione, un’esperienza, un significato da cui vorresti stare alla larga.

E, questo, fa tutta la differenza.

Vuoi conoscere meglio l’utilizzo di queste domande e delle tecniche immaginative ed espressive per andare oltre la fobia?

Compila il modulo sottostante per chiedere informazioni, in tutta libertà 🙂



     

     

     

     

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