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Quanto si parla di attacco di panico? Tanto e pochissimo.

Diciamo che più o meno tutti ne hanno sentito parlare e che una parte della popolazione mondiale  (1 persona su 75, secondo una ricerca di Sarti e colleghi del 2000) ne ha sperimentato almeno uno nell’arco di vita.

Tuttavia, a mio avviso, si parla poco della varietà di fattori che facilitano il suo manifestarsi e mantenersi.

Rispettare l’attacco di panico

Urgono due forme di rispetto:

1) In primo luogo, se hai vissuto o vivi un attacco di panico, considera che il tuo tipo di attacco è unico e non è possibile paragonarlo ad attacchi di altri senza cadere nel trappolone della generalizzazione.

Anche ciò che scrivo ora, sebbene offra delle mappe di lettura, non ha la pretesa di adattarsi a ogni singola situazione di attacco di panico.

2) Se arriva, l’ attacco di panico, ha una qualche ragione che merita rispetto.

Pertanto, stai alla larga dalla tentazione di soffocarlo: non serve a nulla ed è pure controproducente.

La porta del panico

francesca-fontanella-psicologo-la-porta-del-panicoUna mappa dell’ attacco di panico ha a che vedere con il conflitto tra identità.

In chi sperimenta il panico pare esserci frequentemente una lotta tra una parte di sè che si trova a costretta a rispettare regole altrui e una parte di sè che desidera vivere secondo regole alternative, proprie.

Una parte è prigioniera, una parte cerca la porta per uscire.

L’effetto predatore

Secondo un’altra mappa, l’attacco di panico può emergere per una particolare sensibilità del nervo vago.

Pare che questo nervo intervenga inconsapevolmente bloccandoti, quando registra una minaccia nell’ambiente.francesca-fontanella-psicologo-l-effetto-predatore

In particolare, questo sistema neurologico sembra essere attento ai suoni a bassa frequenza che, in natura, corrispondono alla presenza di un predatore. Nella vita odierna, a bassa frequenza sono il rimbombo di passi, un tuono, una voce cavernosa, il rombo del motore, il suono di ventilatori…

Il suono a bassa frequenza attiva un sistema di allarme filogeneticamente antico.

https://www.francescafontanellapsicologo.com/restyling/wp-content/uploads/2018/05/francesca-fontanella-psicologo-ritmi-oculari-sostenuti-1.jpgRitmi oculari sostenuti

Un’altra mappa è legata alla percezione di disequilibrio causata da movimenti oculari rapidi.

La vista contribuisce all’equilibrio e alla percezione di stabilità. Quando ci si muove con velocità e con pari velocità si muove lo sguardo, l’organismo è sottoposto alla sensazione di instabilità che, per sua natura, minaccia una “caduta”.

Quando vi è molta instabilità, il cervello potrebbe registrare una sorta di inevitabilità alla caduta, una costrizione a cadere, senza via d’uscita.

Movimenti oculari molto rapidi danno un senso di instabilità.

Apnea

Questa mappa, dell’apnea, è intuitiva:

Se trattieni il respiro, il tuo organismo si sente soffocare, ossia in pericolo.

La trappola come elemento comune

In tutti questi casi, possiamo riscontrare alcuni elementi comuni:

  1. L’attacco di panico è l’apice – elevato – di un’episodio emotivo di ansia o paura;
  2. La persona si trova in trappola e costretta;
  3. L’attacco di panico arriva come un desiderio – inconsapevole? – di libertà. Ecco perché, da taluni, è chiamato Sindrome della Libertà.

Preso in se stesso, l’attacco di panico è un segnale di allarme che invita a liberarsi da una pressione (un blocco, una prigione) e a interrompere un processo di adattamento che l’organismo sta percependo come una minaccia all’equilibrio e alla sopravvivenza emotiva.

Per ogni attacco la sua soluzione

Quando inizi un percorso per via di un attacco di panico, abbi cura di esplorare la sua unicità e i suoi meccanismi di apparizione e mantenimento perché, per ogni tipologia, la soluzione è totalmente diversa. Potrei dire, azzardando un poco, che…

… esiste almeno una soluzione diversa per ogni persona che sperimenta un attaco di panico.

Soffri di attacchi di panico? Scrivimi, possiamo concordare una consulenza in studio o online.



     

    Riferimenti bibliografici

    Ghezzani, N. (2000). Uscire dal panico. Franco Angeli.

    Porges, S.W. (2014). La Teoria Polivagale. Giovanni Fioriti Editore.

     

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