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Il counseling di coppia è un percorso che può durare da un incontro a un numero illimitato di incontri (concordati) e è volto ad aiutare la coppia in caso di crisi legata a eventi di vita (lutti, nascite, matrimonio e convivenza, trasferimento, cambio del lavoro, malattie…)

Il problema è…

”…che lui/lei fa…”

”…che lui/lei dice…”

Più o meno gli incontri di coppia, in prima battuta, si rivelano un momento in cui scaricare le frustrazioni accumulate e cogliere l’occasione per sfogare emozioni e pensieri rispetto alla relazione. La forma assunta è – spesso – la critica e l’accusa dell’altro.

Perché si critica l’altro

La critica può avere una funzione protettiva delle proprie convinzioni e della propria integrità. Poter comunicare che il/la partner ha delle colpe, permette di scaricare parte delle proprie o la totalità delle proprie.

La critica offre, apparentemente, un volto e un nome al problema perché il problema è il/la partner che, con il suo comportamento, causa difficoltà e attriti nella coppia.

Il problema è il problema

David Epston, un erudito esponente della terapia narrativa, utilizza questo utile aforisma chiarificatore:

Il problema non è la persona, il problema è il problema. 

Cosa significa?

Epston intende ricordare che il problema è qualcosa che va oltre la persona, la quale è un tramite attraverso cui il problema si manifesta. Il problema va anche oltre la relazione di coppia perché la relazione è un tramite attraverso cui si presenta il problema.

E, allora, qual è il problema?

La risposta è: il problema è tutti i problemi possibili!

Ossia, può definirsi problema qualsiasi aspetto della relazione, delle persone, dei comportamenti causi difficoltà.

Una coppia potrebbe riconoscere il problema nella mancanza di comunicazione, in una sessualità troppo o troppo poco frequente, nel poco tempo da dedicarsi, nelle questioni economiche…

Il problema non è il/la partner che spende troppo, che non prova desiderio sessuale, che parla poco…il problema è lo spendere troppo, la carenza di desiderio sessuale, la questione economica.

Non solo.

Il problema è il modo in cui entrambi i partner vivono, affrontano lo spendere troppo, la carenza di desiderio sessuale, la questione economica. Il problema, anziché interno alla persona (che lo incarnerebbe) diventa esterno, osservabile, risolvibile.

Dare un nome al problema 

Dare un nome al problema significa definire o abbozzare, circoscrivere la difficoltà di coppia. Si immagini che per una coppia il problema sia il tempo per stare insieme.

Il tempo per stare insieme. Non lei che fa altro, lui che fa altro, entrambi/e che … Il punto di partenza consiste nell’esplorare come e quando si manifesti il problema del tempo per stare insieme, in che modo si sia cercato di risolverlo, cosa abbia funzionato e cosa no, cosa si sia disposti a provare a fare e cosa sarebbe utile mettere in gioco per riuscirci.

Quando il nome è diverso

Nel counseling di coppia, mica è detto che il nome che dà una persona sia quello che dà l’altra!

Eh sì, può capitare che un partner dica che il problema è il tempo per stare insieme e l’altro che il problema è che non ha tempo per sé. Oh-oh! E quindi?

Ci sono più  possibilità.  Si può  lavorare contemporaneamente con i due diversi problemi comprendendo le ragioni sottese alle richieste e rendendo più accessibile al partner il proprio mondo percettivo e le proprie necessità. In questo caso la direzione che si prende è quella di superare la dicotomia iniziale e riconoscere che è guidata da un sistema di valori. La coppia può scoprire di condividerli e, quindi, che le soluzioni sono conciliabili, oppure no.

Si può lavorare con l’elemento comune: in questo esempio, il tempo. Che significato ha il tempo per i membri della coppia? Come pensano vada vissuto? In che modo le loro storie individuali influenzano la loro idea di come vada vissuto il tempo? Anche in questo caso, la direzione sono i valori individuali e la loro eventuale condivisione di coppia per co-creare un modo di coppia di vivere il tempo.

Oppure si può lavorare con il disaccordo. Il disaccordo rispetto al problema tempo, si presenta  anche in altre aree della loro vita? Come? In questo caso, il lavoro si sposta sul problema gerarchicamente “superiore”.

Per stare insieme e per lasciarsi

Un percorso di coppia non ha un fine predeterminato. Lo scopo è determinato dalla coppia, da ciò che emerge negli scambi, dalle nuove consapevolezze che possono invitare a ricostruire e restituire brio alla coppia oppure a chiudere una relazione che si trascina.

Il focus è il rispetto per la storia dell’altro e i suoi punti di vista.

Il counseling di coppia richiede coraggio, accettazione, disponibilità all’ascolto. Concordo, non è per tutti. Ma chi lo fa…si concede una possibilità di crescita personale e relazionale preziosa.

Pensi potrebbe esservi utile un incontro di counseling di coppia?

Scrivimi a fontanella.francesca@gmail.com

 

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