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Mi vogliano scusare gli e le Andrea in lettura per l’utilizzo frequente del loro nome: mi sembra il più adatto per indicare una persona che può avere sesso maschile o femminile. Si accettano suggerimenti per altre varianti di  nomi utilizzati per entrambi i sessi.

L’articolo di oggi prende in prestito una parte dei suoi contenuti dalla logica e dalla psicologia del ragionamento.

Se P, allora Q … e allora R!

Si immagini la seguente frase:

Se Andrea studia, passa l’esame.

Questa frase segue la struttura: se P, allora Q. Se Andrea studia (P), allora passa l’esame (Q).

Aggiungiamo una frase:

Se Andrea studia, passa l’esame.

Se Andrea passa l’esame, si laurea.

Ora il ragionamento ha la seguente struttura: se P, allora Q. Se Q, allora R. Se Andrea studia (P), allora passa l’esame (Q). Se Andrea passa l’esame (Q), allora si laurea (R).

Quindi, se P, allora R:

Se Andrea studia (P), allora si laurea (R).

Tutto logico, no? È credibile che se Andrea studierà, si laureerà. Se P, allora R.

Non è sempre così

Scomodiamo di nuovo Andrea…

Se Andrea ha fame, fa una  cena leggera.

Alcuni possibili pensieri leggendo questa frase:

  • Mah!
  • Non è vero!
  • Perché?
  • Ho letto male.
  • Non ho capito.

E, allora, come disse diversi anni fa il mio docente: seguite il mio ragionamento! 😉

Se Andrea ha fame (P), allora fa uno spuntino (Q).

Se Andrea fa uno spuntino (Q), allora fa una cena leggera (R).

Riconoscete la struttura? Se P, allora Q. Se Q, allora R.

Se Andrea studia, si laurea.

Se Andrea ha fame, fa una cena leggera.

Sebbene la logica sottostante sia la stessa, i contenuti rendono la seconda inferenza non credibile. La mancanza di Q, in questo caso, rende difficile riconoscere la validità della frase ‘Se Andrea ha fame, fa una cena leggera’.

Vi ricorda qualcosa?

Conoscere questo tipo di ragionamento logico e l’esistenza di Q è piuttosto utile anche per conoscersi meglio e trovare soluzioni alle difficoltà personali.

Vi faccio qualche esempio:

  • Il comportamento di mio figlio mi fa andare su tutte le furie.
  • Quando arrivo in ritardo, respiro male.
  • Lei mi rende geloso.
  • Lui mi rende gelosa.
  • Quando sono triste, mi abbuffo.
  • Quando mangio, mi sento in colpa.
  • In quel momento, ho cominciato a rimuginare.

Prendiamo quest’ultima frase: in quel momento, ho cominciato a rimuginare.

In quel momento (P), ho cominciato a rimuginare (R).

Di solito le persone si chiedono perché abbiano cominciato a rimuginare e come possono fare per liberersi dal rimuginio. I ‘perché’ e i ‘come’ sono da ricercarsi in Q, nella parte della frase, qui sottointesa, che lega P e R.

Dov’è Q?

Per iniziare a identificare Q, vanno elencati i pensieri, le sensazioni fisiche, le emozioni, le azioni compiute e non compiute, le parole dette e non dette, immediatamente successivi a P.

Q è l’anello di congiunzione tra P ed R. Q è importante perché offre una spiegazione rispetto alla situazione in cui ci si trova e dà informazioni utili sugli elementi che causano sofferenza o disagio. È lì che si può lavorare.

Un Q dentro l’altro: effetto matrioska

Q può essere scomposto in sottoparti. Ad esempio, un’emozione, può aver dato origine ad un’azione che può aver suscitato pensieri, emozioni e sensazioni che, a loro volta, hanno fatto dire parole che hanno dato origine ad ulteriori pensieri i quali hanno portato ad R.

P >> Q1 >> Q2 >> Q3 ….R

identificare-q
In sintesi

Tra un fatto e le sue conseguenze possono esserci emozioni, pensieri e comportamenti che si connettono tra loro e che spiegano il collegamento tra fatto e conseguenze. Identificarli è concedersi di conoscere come vivere e gestire al meglio future situazioni simili.

Dott.ssa Francesca Fontanella

 

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