Kairós, in greco antico, significa:
‘momento in cui accade qualcosa di speciale’.
Kairós è il significato che ha, per me, la psicologia.
Con il cuore che batte forte, vi presento, Kairós!
Kairós, in greco antico, significa:
‘momento in cui accade qualcosa di speciale’.
Kairós è il significato che ha, per me, la psicologia.
Con il cuore che batte forte, vi presento, Kairós!
Come anticipato, vi racconto gli errori tipici della Giraffa…
Invece di riferirsi ad un evento specifico, la Giraffa sbaglia e fa riferimento a contesti troppo vasti o indefiniti: nella vita, nel lavoro, con me, con lei/lui…
Esempio:
Con me sei indifferente, mi sento non amata/o e vorrei che fossi più presente.
Sembrerebbe tutto rispettato: contesto, emozione, proposito.
Eppure non va e l’altro risponde qualcosa del tipo: “Ma cosa stai dicendo? E ieri allora? quando ti ho accompagnato…”
Ne consegue la cosiddetta ‘escalation’, ossia un aumento delle difficoltà comunicative in cui i due membri della coppia si rispondono ‘al rinfaccio’, dimenticando l’argomento iniziale della conversazione.
La domanda che potete porvi è: sempre-sempre il suo comportamento è indiffferente con me? Oppure c’è un momento specifico in cui ho sentito questa cosa?
È importante circoscrivere il contesto!
Usiamo l’esempio di poco fa:
Con me sei indifferente, mi sento non amata/o e vorrei che fossi più presente.
Quell’aggettivo, ‘indifferente’, è un’etichetta, ossia un modo per definire l’altro e non il suo comportamento. L’attribuzione di un’etichetta tende a portare a difendersi e a disconfermarla: chi la riceve non la sente sua e può percepirla come un’accusa.
La Giraffa non riesce, così, a farsi capire.
Con me sei indifferente, mi sento non amata/o e vorrei che fossi più presente.
‘Non amata’ non è un’emozione! In questo caso è come se si stesse dicendo all’altra/o che non ci ama! Ancora una volta, l’altra/o vorrà difendere i suoi sentimenti che, tra l’altro, le/gli sembreranno non capiti.
Di nuovo, la Giraffa non usa bene il suo linguaggio.
Con me sei indifferente, mi sento non amata/o e vorrei che fossi più presente.
Quel ‘vorrei che fossi più presente’, più che essere un proposito, è un’altra, velata accusa: tu non sei presente.
Inoltre: cosa intendiamo per ‘presenza’? E cosa potrebbe intendere l’altro? Il rischio è di non aver comunicato in modo efficace perché la stessa parola possiede significati operativi diversi per i due membri della coppia.
Il proposito va ben formato, ossia, bisogna chiedersi che cosa si desidera, che cosa si vuole proporre. Ad esempio, un’azione concreta.
Ricapitolando, una frase in buon Giraffa suona più o meno così:
Quando mi hai risposto che non saresti venuta/o a vedermi al concerto, mi sono sentita/o triste perché ho pensato all’indifferenza. Mi piacerebbe molto che al prossimo concerto venissi anche tu.
Meglio del:
Con me sei indifferente, mi sento non amata/o e vorrei che fossi più presente.
Vero? 🙂
Dott.ssa Francesca Fontanella