Qualche volta, la Soluzione del Problema appare distante.

Qualche volta, irraggiungibile.

Trovo utile, in questi casi, la metafora del Viaggio.

La Distanza è una componente del Viaggio. Quando si parte per una destinazione, la destinazione è ad una certa Distanza. Più o meno ampia, ma sempre Distanza è.

Quando si intraprende un Viaggio, si accetta di colmare una Distanza.

Allo stesso modo, nel momento in cui si sceglie di passare dall’Isola del problema all’Isola delle Soluzioni, c’è un Viaggio da intraprendere e una Distanza da colmare.

Questo non significa che il Viaggio debba essere per forza lungo, faticoso e ricco di imprevisti. Al contrario, potrebbe rivelarsi interessante e piacevole.

L’esperienza di viaggiare e il percorso stesso diventano Viaggio, in cui la meta è solo uno dei passaggi.

La meta è la Soluzione, il Viaggio ne è la costruzione.

La costruzione della Soluzione è il Viaggio che permette di colmare la Distanza tra problemi e soluzioni.

Convengo, quindi, che la Soluzione possa sembrare distante: lo è.

Qualora si scegliesse di raggiungere la Soluzione, va accettato il compito di colmare la  Distanza.

E come si fa?

Chi è avvezzo a questo blog, conosce già il primo passo (semplice anche se non facile): partire da ciò che sta funzionando (leggi anche questo articolo, oppure questo…).

È essenziale costruire su cio che sta funzionando. (Cit.E. Lipchick)

Nell’Approccio Centrato sulla Soluzione, si parla di Solution Building, anzi… di Solution Finding. “Finding” deriva da to find (pronuncia [find], costruire), e non da to find (pronuncia [faind], trovare).

Un delizioso doppio senso: costruire la Soluzione per trovarla.

Dott.ssa Francesca Fontanella

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