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In un post precedente, ho proposto una prima riflessione sulle analogie tra Psicologia e Arte, attraverso una storia narrata da Erodoto.

A dirla tutta, le riflessioni che affiancano Psicologia e Arte sono inziate prima, in un post in cui racconto quella che, per me, è la relazione tra Psicologia e Musica Jazz.

Oggi è il turno di Psicologia e Danza, in particolare della Danza delle Conversazioni Terapeutiche.

Cosa sono le Conversazioni Terapeutiche?

Le Conversazioni Terapeutiche sono, nella Pratica Narrativa, i colloqui che intercorrono tra lo psicologo e il Cliente.

Si tratta di colloqui basati sulle domande e sul potere evocativo delle domande. Non ci sono domande giuste o sbagliate, così come non ci sono risposte giuste o sbagliate.

Le Conversazioni Terapeutiche prendono ritmi diversi, come la Danza; richiedono sincronia, come la Danza; richiedono “movimenti” accurati e definiti, come la Danza.

La faccenda importante, tuttavia, è che queste Conversazioni permettono la narrazione delle proprie storie di vita.

Come nella Danza, in cui un ballerino o una ballerina possono interpretare passaggi diversi, durante le Conversazioni Terapeutiche la persona può raccontare passaggi diversi della sua vita e della sua storia.

Quando una persona si rivolge allo psicologo, infatti, si presenta con una storia che sembra avere un’unica trama, che si è costruita ponendo l’attenzione solo su alcuni eventi considerati più rappresentativi o importanti (e trascurandone altri). Quell’unica trama viene narrata e ri-narrata più volte, allo stesso modo, non permettendo ad altre informazioni di metterla in discussione.

Per restare in metafora, è un po’ come se un ballerino scegliesse di danzare solo un pezzo, sempre lo stesso, perché pensa di poter/saper ballare solo quello.

Attraverso le Conversazioni Terapeutiche, la persona offre nuovi ritmi alle proprie narrazioni, danza passi diversi e osserva la sua ricchezza e poliedricità; scopre di poter raccontare la propria storia anche in modi alternativi -anzi, scopre che può raccontare molte storie diverse, che si affiancano l’un l’altra – e riconosce di poter/saper narrare nuove storie di sé.

Questa, mi sembra, è una bella novità!novità

Per mettere alla prova la possibilità di raccontarsi in modi diversi, vi propongo un gioco: scarica  Il gioco delle Storie.

Dott.ssa Francesca Fontanella

Riferimenti Bibliografici:

Milner J., O’Byrne P. (2004), Il Counseling Narrativo. Interventi Brevi Centrati sulle Soluzioni. Trento: Erickson.

White M. (1992), La Terapia Come Narrazione. Roma: Astrolabio.

 

 

 

 

 

 

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