La terapia narrativa in psicologia
Lo psicologo si impegna, nel suo lavoro, ad esplorare il mondo dell’altro senza giudizio.
Lo scopo di questo impegno è allontanare il rischio di influenzare, con le sue opinioni personali, il mondo delle altre persone.
Questo è un aspetto molto delicato e merita attenzione. Lo psicologo è tenuto, secondo il Codice Deontologico degli Psicologi Italiani, a rispettare opinioni e credenze altrui, “astenendosi dall’imporre il suo sistema di valori”, appartenente alla sua sfera privata e alle sue esperienze di vita.
La terapia narrativa – detta anche pratica narrativa per la sua forte valenza applicativa – è un approccio al colloquio psicologico che protegge in modo estremamente etico il sistema di valori dei clienti, ponendo domande sulla base della narrazione della persona, senza interpretare la sua storia.
Le conversazioni terapeutiche affrontano il tema del disagio esplorandone i significati personali senza inquadrarlo in categorie diagnostiche (talora poco rappresentative della varietà delle storie umane).
Una conversazione terapeutica ha l’obiettivo di consentire la descrizione di situazioni e storie uniche, di far emergere i valori e le intenzioni della persona, di dare spazio ai suoi sogni e desideri e di valorizzarne il ruolo e l’impatto nella soluzione del problema.
La terapia narrativa predilige le domande alle risposte e riconosce che ogni situazione problematica ha, potenzialmente, un numero di soluzioni infinito. La soluzione attuata sarà quella più in linea al proprio sistema di valori e , pertanto, del tutto specifica e personalizzata.
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