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Difetti altrui: la formula magica per salvare la giornata

I difetti degli altri possono rendere le giornate impossibili! In questo articolo condivido con te un noto esercizio per cavartela, nonostante i difetti altrui, e salvare la giornata.

Cosa intendo, qui, per difetti

In questo articolo, la parola difetti sta per:

caratteristiche personali che non ti paiono positive.

Pertanto, i difetti degli altri sono, in questo articolo, caratteristiche personali (degli altri) che non ti paiono positive.

Tali caratteristiche non sono positive o negative a priori, ma lo sono per te che le consideri qualcosa di non desiderabile.

Una volta data questa definizione di massima, proviamo l’esercizio

Pensa a un difetto di una persona che conosci

Pensa a una persona che conosci e che ha un difetto, così come lo abbiamo definito.

Può essere una persona che appartiene al tuo mondo lavorativo (capo, collega…), familiare o amicale.

Quando hai pensato alla persona e al suo difetto,

appunta il nome del difetto.

Ad esempio, potresti scrivere disordine, disattenzione, presunzione

Ricorda che quella caratteristica è un difetto per te, non in termini assoluti.

Pensa al contrario

Pensa alla parola che secondo te meglio rappresenta il contrario del difetto che hai appuntato.

Ad esempio, potresti pensare a ordine come contrario di disordine, ad attenzione come contrario di disattenzione, a umiltà come contrario di presunzione.

Fatto?

Scrivi questa parola sotto il difetto che hai scritto poco fa.

Diluisci il difetto

Immagina di poter prendere una goccia del difetto che hai pensato e di diluirla nell’acqua, riducendone così la quantità e l’intensità.

Se preferisci, puoi pensare quale sia il lato positivo del difetto a cui hai pensato.

Il disordine, molto diluito, potrebbe diventare leggerezza.

La disattenzione, molto diluita, potrebbe diventare rilassamento.

La presunzione, molto diluita, potrebbe diventare sicurezza in se stessi.

Ora che hai capito il meccanismo,

appunta il nome del difetto diluito a fianco del nome del difetto puro.

Porta all’estremo il contrario

Ora concentrati sulla parola che hai scelto per indicare la caratteristica contraria al difetto su cui stai lavorando in questo esercizio.

Se questa caratteristica fosse portata all’estremo, cosa diventerebbe?

Ad esempio l’ordine potrebbe diventare puntigliosità, l’attenzione potrebbe diventare ossessione, l’umiltà potrebbe diventare senso di inferiorità.

Appunta questa parola accanto alla parola che indica il contrario del difetto iniziale.

Ora viene il bello!

La formula

Riprendi, nell’ordine, le parole che hai scritto. Avrai una lista di quattro parole che somiglierà a queste liste:

Esempio 1

Disordine     Leggerezza

Ordine          Puntigliosità

Esempio 2

Distrazione     Rilassamento

Attenzione    Ossessione

Esempio 3

Presunzione   Sicurezza in se stessi

Umiltà             Senso di inferiorità

Leggendo da sinistra verso destra:

Il disordine mi fa conoscere la leggerezza e questo mi permette di fare in modo che l’ordine, che mi piace, non diventi puntigliosità.

La disattenzione mi fa conoscere il rilassamento e questo mi permette di fare in modo che l’attenzione, che mi piace, non diventi ossessione.

La presunzione mi fa conoscere la sicurezza in se stessi e questo mi permette di fare in modo che l’umiltà, che mi piace, non diventi senso di inferiorità.

Prendi le parole della tua lista e, in modo analogo, costruisci la frase formula.

Se ti va, condividila nei commenti oppure scrivimi a fontanella.francesca@gmail.com

 

 

 

 

 

 

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