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(Psico) Intervista ad uno Scrittore e Storyteller bellunese: Francesco Bristot

Gli scrittori sono Storyteller! Oggi ho il piacere di presentare Francesco Bristot, copywriter, scrittore e storyteller bellunese.

Perché uno scrittore è uno storyteller? 

Lo Storytelling è l’arte della narrazione. Ne abbiamo esempi antichi in miti e leggende, nelle parabole dei profeti, nei racconti attorno al focolare. L’utilizzo professionale dello Storytelling implica preparazione, conoscenza di regole precise e allenamento . Oggi quest’arte è usata in modo professionale in diversi ambiti: giornalismo, pubblicità, educazione scolastica, psicologia…

[Ti può interessare anche: Intervista Storytelling in Psicologia – La voce del Trentino – Ottobre 2016]

Un ospite speciale!

mind-drive-in

Mind Drive-In è una raccolta di storie saporite, profumate, colorate. Attraverso la narrazione in prosa e in versi, l’autore ricorda la varietà del pensiero umano e la molteplicità di storie che le persone vivono e con cui possono raccontarsi.

Leggendolo, si fa l’esperienza di un viaggio magico in ambientazioni che mutano ora rapidamente, ora sfumando l’una nell’altra. La tenerezza de “Il Mio posto preferito”, lascia il posto al ritmo divertente con finale a sorpresa de “L’incubo arriva”; l’atmosfera surreale di “Yon” si contrappone alla concretezza cupa di “Bosco Nero”. Ogni storia evoca emozioni diverse e invita a scoprire la successiva.

L’autore di questo libro è Francesco Bristot, scrittore bellunese!

Prendo al volo l’occasione di un’Intervista!

Una (Psico) Intervista, a dire il vero, perché faccio raccontare a Francesco qualcosa di sé!

Ciao Francesco, Mind Drive-In è un concentrato puro di Storytelling, sei d’accordo?

D’accordissimo! Storie molto diverse fra loro, raccontate con tecniche di scrittura diverse e rivolte a differenti pubblici.

Come descriveresti lo Storytelling?

Con un’immagine che lo riassume nella sua accezione più ancestrale: Nonna Papera che racconta storie alla sua famiglia raccolta intorno al fuoco, cioè ad un pubblico eterogeneo (maschi e femmine, giovani e vecchi) ma reso omogeneo dal fascino della storia. E tutto il mondo intorno svanisce…

racconti-intorno-al-fuoco

Tratta da: Nonna Papera e i racconti intorno al fuoco – Ombretta e l’angolo dei salici, Topolino 1809, R.Cimino e G.Cavazzano.

Ricordi quando hai usato per la prima volta lo Storytelling? Puoi raccontarci la storia di quel momento?

Può sembrare presuntuoso, ma la prima volta ero in quarta elementare e non ero nemmeno del tutto conscio di quello che facevo… Su un foglietto ho buttato giù una scaletta per un romanzo horror (in realtà mai più scritto) i cui titoli dei capitoli erano copiati di peso da titoli di film horror che avevo letto sulla guida tv e che mi avevano suggestionato. Il mio creare una storia che li legasse è stato il primo embrione di scaletta narrativa della mia vita… e ripenso con molto affetto a quel bambino.

Quali sono le 5 storie che sceglieresti per il tuo Passaporto da Storyteller e quali emozioni colleghi a ciascuna di loro?

Solo 5 e in poche righe? Wow, sarà dura!

Pinocchio” perché è il libro che in assoluto ho esplorato di più e perché ricordo con nostalgia quando mi veniva letto da mio nonno, vicino al camino… In pratica l’atmosfera che ho descritto nella seconda domanda, quindi tutto ritorna!

IT” di Stephen King perché è superlativo sotto ogni punto di vista: la struttura, la prosa, la costruzione minuziosissima di ogni personaggio, la Vita e la Morte e l’Amicizia e l’Amore che pulsano ad ogni pagina…

Il popolo dell’autunno” di Ray Bradbury perché mi ha illuminato su un altro modo di comunicare, basato sull’evocazione, la suggestione, la ripetizione quasi poetica di elementi che coinvolgono i cinque sensi.

La canzone “The River” di Bruce Springsteen: la struggente storia di una vita racchiusa in cinque minuti. Una capacità di sintesi quasi inarrivabile, soprattutto per me che sono prolisso. 😉  [Ascolta The River]

Il film “Edward mani di forbice”. La prima volta che l’ho visto (e anche le successive in realtà) mi ha così addolorato che non riuscivo a smettere di piangere. Tratta con poesia temi a me molto cari: la diversità, l’incomunicabilità che ad essa è legata, la creatività come via d’uscita

A chi dedicheresti la tua storia preferita?

Scelgo “IT” e lo dedico alla mia compagna Martina e a mio figlio Tommaso, cioè a una adulta e a un bambino, perché è una storia che parla di adulti e bambini e di quanto riesca a sopravvivere nell’adulto del bambino che è stato.

Quale messaggio e quali valori veicola questa storia?

Il messaggio per me più importante: non mollare mai! Cito testualmente una frase fra le più toccanti:

«Parti e cerca di continuare a sorridere. Trovati un po’ di rock and roll alla radio e vai verso tutta la vita che c’è con tutto il coraggio che riesci a trovare e tutta la fiducia che riesci ad alimentare. Sii valoroso, sii coraggioso, resisti. Tutto il resto è buio.»

Come vedi, si parla anche di ascoltare un po’ di rock’n’roll e fra le righe io ci leggo un percorso analogo, anche se qui è inconsapevole, a quello che fai tu con la songtherapy.

Come vorresti usare questi valori nel tuo futuro di scrittore? E di uomo?

Io ripenso molto spesso alla mia infanzia, in particolare al periodo che circa coincide con le scuole elementari. Ne ho dei ricordi meravigliosi ed è dove ha trovato le fondamenta la persona che sono ora.

Quel bambino, come ogni bambino, aveva davanti a sé infinite possibilità. Anche se, col passare degli anni, la vita restringe drasticamente le possibilità e anche se alle volte si imboccano strade che sembrano non lasciarci più margini di scelta, io credo che nessuna strada sia mai senza uscita. E che quando non si trova l’uscita da soli ci sia chi ci può aiutare: un familiare, un amico, un terapeuta…

“IT” non è di certo l’unica opera a veicolare questo messaggio, ma è la prima a cui ritorno con la mente in determinate situazioni.

Sono convinto che un’opera d’arte ti possa davvero cambiare la vita, forse perché la lasci entrare in te “a barriere abbassate” più di quando invece hai a che fare con le persone, perciò ti può scendere più in profondità. Fino a diventare parte di te.

Grazie, Francesco, per questa condivisione intima e stimolante. Condivido appieno la tua riflessione: l’arte è un utile mediatore per stare in contatto con se stessi. L’arte della narrazione è un atto di condivisione che illumina strade alternative in chi narra una storia e in chi la riceve.

Ti è piaciuta questa intervista e vuoi conoscere meglio l’arte della narrazione e della scrittura creativa?

Scrivimi a: fontanella.francesca@gmail.com

Oppure contatta direttamente Francesco Bristot

Riferimenti biliografici:

Bristot F., Mind Drive-In. 2009. Edizione Del Faro.

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