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Emozioni: roba antica o 4.0?

Emozioni: il cervello elabora la risposta emotiva in due modi: uno rapido, uno più lento.

Quello rapido è quello automatico ed è mediato da zone del cervello arcaiche, ossia che appartengono anche ad altri animali e si sono sviluppate durante l’evoluzione molto prima che l’essere umano fosse un essere umano. Rientrano in queste zone, ad esempio amigdala, ippocampo ed ipotalamo (il sistema limbico).

Il modo di elaborazione più lento, a dirla tutta, ha un po’ meno a che fare con le emozioni vere e proprie (immediate, arcaiche) perché coinvolge aree della corteccia cerebrale (la corteccia è la struttura più evoluta del cervello). Questa modalità serve a modulare la prima risposta, rapida ma non accurata e a produrre comportamenti adeguati allo stimolo. Trovate qui un esempio classico e, a mio avviso, molto chiaro.

L’emozione coinvolge il corpo…te l’ho già detto?

noia

Sì, lo so, ve lo ho già scritto tante volte! È che ci tengo passi questo messaggio! 😉

Le emozioni che provate attivano il vostro corpo e lo sollecitano. Se sollecitato a lungo e frequentemente, l’organismo consuma molte energie e il rischio è che vada in ‘esaurimento’, ossia sviluppi distress – lo stress cattivo –.

Ecco la ragione della mia insistenza: fare attenzione alle reazioni fisiche può essere un barometro, una misura, della vostra condizione emotiva e, in definitiva, del vostro benessere psicofisico.

Non ci credi? Guarda qua!

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Da diverso tempo è rintracciabile online questa immagine che fa fede ad uno studio condotto in Finlandia dallo psicologo Lauri Nummenmaa della Aalto University (pubblicato dalla rivista Proceedings of the National Academy of Sciences).

I partecipanti sono stati esposti a stimoli come espressioni facciali, storie, spezzoni di film e, in seguito, è stato chiesto loro di colorare su sagome corporee le regioni del corpo che sentivano più attivate o meno attivate durante l’esposizione.

L’immagine evidenzia le aree del corpo attive e coinvolte quando si provano alcune emozioni. I colori caldi indicano le aree fisiche che si percepiscono come ‘attive’, mentre i colori freddi indicano quelle percepite come ‘disattive’.

Ottimo feedback!

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Al di là dell’accuratezza di queste registrazioni (ad esempio, la misura strumentale dell’afflusso sanguigno in persone che provano paura mostra uno spostamento del sangue verso gli arti inferiori per facilitare la fuga, aspetto che, in questa immagine, non è rilevato), possiamo coglierne alcuni aspetti e messaggi generali.

Ad esempio, osservate la somiglianza tra ansia e paura: le persone registrano più o meno similmente l’attivazione correlata all’ansia e quella correlata alla paura.

Osservate la differenza tra tristezza e depressione: la prima offre la percezione di disattivazione degli arti e attivazione del petto e del volto; la seconda registra la sola disattivazione degli arti.

Il confronto tra tristezza e gioia è significativo: la gioia è percepita come un’attivazione globale dell’organismo, in contrasto con la tristezza in cui prevale la disattivazione.

Strumenti di sopravvivenza

Le emozioni primarie sono biologicamente primitive e si  sono evolute in modo da consentire alle specie di sopravvivere (Plutchik, 1980).

Le emozioni primarie -gioia, paura, tristezza, rabbia, disgusto e sorpresa- sono strumenti di sopravvivenza: quando le provi, dai loro retta e non metterle da parte.

Ricorda che la prima risposta emotiva sarà rapida e poco accurata, pertanto automatica: potrebbe non essere del tutto adeguata al contesto.

Lascia il tempo alla corteccia di subentrare nel programma emotivo automatico e di dare una valutazione dell’utilità di quell’emozione in quella circostanza specifica.

Poi agisci o fermati, di conseguenza.

Dott.ssa Francesca Fontanella

 

 

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