BodyFeedback: le emozioni nel corpo
Dall’espressione del volto e dai movimenti è possibile capire in che condizione psichica si trova una persona?
Si tratta di una domanda importante perché, se si sceglie di rispondervi ‘Sì’senza considerare il contesto, si rischia di generalizzare, di appoggiarsi a presunte regole oggettive e di azzardare interpretazioni dei vissuti altrui.
Se si scegliesse di rispondere ‘No’, d’altro canto, non si terrebbe in considerazione l’ampia rassegna scentifica che descrive il ruolo che assumono la postura e le espressioni facciali – ad esempio – nella gestione delle emozioni. In un paio di articoli di qualche mese fa, ho descritto un esperimento sulla posizione delle labbra e sulla postura.
Sì, anche se dipende
Durante la Seconda Guerra Mondiale, secondo l’ideologia nazista della razza era possibile dedurre la personalità altrui osservandone la postura. La supposizione di poter cogliere l’essenza altrui leggendo il linguaggio del corpo, quindi, merita una certa cautela!
L’ambiente di appartenenza, la cultura di riferimento, le esperienze personali sono fattori importanti per chi si occupa di linguaggio del corpo.
Il primo a pensarci fu Darwin
Avete letto bene: Darwin, Charles Darwin, quello della Teoria dell’Evoluzione.
In una sua opera, si occupò dell’espressione delle emozioni nell’uomo e negli animali chiedendosi se le espressioni facciali corrispodenti alle emozioni fossero innate o derivassero dall’apprendimento.Darwin propose che la mimica del volto non soltanto esprimesse, ma anche influenzasse le emozioni.
Persino la simulazione di un’emozione tende a suscitarla davvero nella nostra mente. Darwin
La conferma dalla scienza e le applicazioni nel mondo del teatro e del cinema
Come descritto dall’esperimento che riporto in questo articolo , la scienza ha confermato l’influenza delle espressioni facciali nel manifestarsi delle emozioni.
Quando si attivano certi muscoli del volto, si provocano delle modifiche analoghe nel sistema nervoso e si suscita l’emozione corrispondente. Ekman
Il teatro e il cinema, invece, la applicano.Gli attori, utilizzano le espressioni facciali e la postura come strumento per evocare le emozioni per inerpretare la loro parte.
Fa’ il gesto e l’emozione viene dopo! Stanislavskij
L’importanza dell’espressione facciale: emozioni e botulino
Wollmer e colleghi hanno iniettato del botulino nella fronte dei loro pazienti, all’altezza della ‘ruga della collera’, il solco – o i solchi – che si creano se corrugate la fronte.
Questi pazienti, dopo l’iniezione, non potevano più corrugare la fronte e, pertanto, non avevano più lo sguardo corrucciato. Metà di loro ne trasse un beneficio a livello emotivo, provando meno tristezza e meno collera, ma…
…effetto collaterale! I pazienti dei due medici, parvero aver perduto la loro competenza a comprendere le emozioni e i sentimenti altrui!
Se imito la tua espressione facciale, ti capisco di più
Le emozioni degli altri sono condivisibili anche grazie ad un processo di mimica che porta l’essere umano a emulare, spesso inconsapevolmente, l’espressione facciale degli interlocutori. Questo meccanismo consente di condividere emozioni e sentimenti e di provare empatia, aspetti importanti per un ‘animale sociale’.
Usare il corpo per stare bene
Con questo articolo, la nostra attenzione va al ruolo del corpo per il proprio benessere personale: sorridiamo abbastanza? Camminiamo con la schiena diritta? Quale espressione del volto è più frequente? Quale postura o movimento? I movimenti sono veloci o lenti? Quali fanno stare meglio?
Il BodyFeedback invita a esplorarsi e a scoprire quali movimenti vi possano aiutare a vivere meglio e a superare le difficoltà quotidiane.
Per saperne di più?
Scrivimi, senza impegno! fontanella.francesca@gmail.com
Dott.ssa Francesca Fontanella
Riferimenti bibliografici essenziali
Darwin, C. (1872). The Expression of Emotion in Man and Animals.
Ekman, P. (1992). An Argument for Basic Emotions. Cognition and Emotion, 6/3,4, 169-200.
Wollmer M. et al. (2012). Facing Depression with Botulinum Toxin: A Randomzed Controlled Trial. Journal of Psychiatric Research, 46/5, 574-81.